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Lo studio legale, la commessa e gli 80 milioni: cosa c’è nell’indagine su D’Alema e Profumo per navi e aerei militari alla Colombia

07 Giugno 2023 - 05:51 Redazione
massimo d'alema alessandro profumo indagine armi colombia
massimo d'alema alessandro profumo indagine armi colombia
Le carte dei magistrati di Napoli. E i soldi delle tangenti

Una provvigione da 80 milioni di euro. Da dividere. Questo cercano gli inquirenti nell’inchiesta sulla vendita di navi e aerei militari alla Colombia che vede indagati anche Massimo D’Alema e Alessandro Profumo. Il reato è corruzione internazionale. E nel registro della procura di Napoli ci sono anche Giuseppe Giordo, ex direttore generale di Fincantieri, e Umberto Bonavita. Oltre che Francesco Amato ed Emanuele Caruso, che operavano per il paese sudamericano. E a Gherardo Gardo, contabile di D’Alema. L’indagine ruota intorno a presunti illeciti legati a due compravendite alla Colombia di aerei M346 e di corvette e sommergibili prodotti da società italiane con partecipazione pubblica. Come appunto Leonardo e Fincantieri.

L’indagine

Nell’indagine sarebbero coinvolte otto persone in tutto. La corruzione viene contestata in forma aggravata in quanto il reato sarebbe stato commesso, secondo l’accusa, con il coinvolgimento di un gruppo criminale organizzato transnazionale attivo tra Italia, Usa, Colombia e anche in altri Stati. I fatti contestati, accertati a Napoli, dalla terza sezione della Procura partenopea risalgono a una data prossima al 27 gennaio 2022. La commessa in totale aveva un valore di 4 miliardi di euro. La presunta tangente da 80 milioni era da suddividere tra la componente italiana e quella colombiana. Della quale farebbero parte anche importanti personaggi politici tra i quali il ministro degli esteri e vice presidente Marta Lucia Ramirez. Gli inquirenti ritengono che D’Alema avrebbe svolto il ruolo di mediatore informale con i vertici delle società italiane. Ovvero Profumo in qualità di amministratore delegato di Leonardo. E Giuseppe Giordo (direttore generale della Divisione Navi Militari di Fincantieri).

Lo studio legale

A occuparsi della spartizione sarebbe dovuto essere uno studio legale statunitense, il “Robert Allen Law” di Miami, in Florida (USA). Ma, secondo le indagini della polizia, l’affare salta a causa dei dissidi sorti proprio in relazione alla divisione. Il Corriere della Sera ricorda che l’indagine è partita grazie a un video. Che ritrae proprio D’Alema durante una riunione sulla compravendita che dice: «La parte italiana è quasi pronta. Abbiamo preparato le offerte e ottenuto la copertura assicurativa per il piano finanziario». Quella registrazione, effettuata all’insaputa degli altri partecipanti, ha fatto infuriare il Lìder Maximo. Che ne ha chiesto il sequestro dopo la pubblicazione su La Verità.

I magistrati di Napoli, conclude il quotidiano, ritengono che i soldi delle tangenti, «stabilite come success fee pari al 2% del valore complessivo delle due commesse e da corrispondersi in modo occulto», fossero destinati a «pubblici ufficiali che svolgevano l’attività presso autorità politiche e amministrative». Tra questi, i pm ritengono di aver individuato Edgardo Fierro Flores, capo del gruppo di lavoro per la presentazione di opportunità alla Colombia. E poi la Ramirez con German Monroy Ramirez e Francisco Joya Prieto, delegati della commissione del Senato della Colombia.

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