Chi ha detto che ai giovani non piace la politica? Al via il primo incontro del ciclo Open Space
Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti per la sua generazione. Ma quali sono quelle più importanti per i giovani? Spesso vengono definiti come marginali nel dibattito pubblico. Una discussione che, anche per questioni di rappresentanza numerica, sembra non toccare le questioni che hanno più a cuore. È facile rappresentarli come pigri, svogliati, indifferenti. Eppure, la verità è un’altra: analizzarla è l’obiettivo del primo incontro di Open – il primo di una serie di sei trasmessi in diretta dal nostro canale Instagram – che si terrà stasera, 7 giugno 2023, alle 19 all’Ostello Bello di Via Medici 4 a Milano. Una serata dal titolo Chi ha detto che ai giovani non piace la politica? condotta da Felice Florio, con la partecipazione di Alberto Tavolaro, rappresentante del liceo Carducci di Milano; Alessia Cappello, Assessora di Italia Viva allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro del Comune di Milano; Anass Hanafi, Curator Global Shapers Turin Hub del World Economic Forum e presidente del Network italiano dei leader per l’inclusione; Caterina Cerroni, Segretaria dei Giovani democratici; Jonathan Lobati, consigliere regionale di Forza Italia per la Regione Lombardia; Jasmine Cristallo, membro della direzione nazionale del Partito Democratico; Marco Bestetti, Consigliere regionale di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia; e Marco Monzani, di Unione degli Universitari.
Ma di cosa parlano i giovani quando parlano di politica? Per capirlo, Open ha commissionato alla piattaforma di audience intelligence Pulsar un’indagine – che verrà presentata stasera – da cui sono emersi gli argomenti maggiormente discussi sulle piattaforme social dalla Generazione Z – i nati tra il 1997 e il 2012 – e dalla Generazione Alpha: i nati tra il 2012 e i primi anni 2020.
La ricerca
Pulsar ha analizzato quasi 300 mila conversazioni online – fino a un milione di interazioni considerando commenti e risposte – che menzionano una serie di aree tematiche politiche (lavoro, economia, politica internazionale, ambiente ed ecologia, donne e Lgbtqi+, e immigrazione e razzismo) dall’1 ottobre 2022 al 6 giugno 2023 su Twitter, Reddit, Facebook, Instagram, TikTok, Pinterest, Twitch, Tumblr e altre fonti online. A partire da questi dati, è stata fatta un’ulteriore analisi, più approfondita, sulle conversazioni Twitter di quasi 2 mila giovani selezionati in modo da essere rappresentativi della discussione così come appare anche sulle altre piattaforme.
I politici più discussi
Come ci si poteva aspettare, il politico più discusso dell’anno è la premier Giorgia Meloni, insediata nell’ottobre del 2022, che sia nella discussione generale che in quella dei giovani è stata menzionata in oltre il 56% delle menzioni sul totale dei leader. Differenze sostanziali, invece, per quanto riguarda il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la segretaria del Pd Elly Schlein, il leader del M5S Giuseppe Conte e – soprattutto – il leader di Azione Carlo Calenda.
Il primo si attesta al 5% nella discussione generale, ma in appena l’1,7% di quelle limitate alla Gen Z e Alpha. Effetto opposto per Calenda, all’1,5% nella discussione generale, ma all’8,2% in quella dei giovani. Non a caso, anche alle elezioni dello scorso 25 settembre, la fascia d’età 18-24 era quella che più di tutte aveva preferito l’ex ministro dello Sviluppo Economico tra i vari leader di partito. Variazione marginale per Schlein, con un 1,4% di differenza tra vecchie e nuove generazioni a favore della prima. Si può parlare di un effetto Schlein sui giovani? Parrebbe di no. Per Conte, invece, 10,5% nella generale, a fronte di un 6% tra i giovani.
I temi più caldi
In maniera meno prevedibile, i temi toccati dalla Gen Z e dalla Gen A si discostano solo marginalmente da quelli nella discussione generale. A farla da padrone è la politica estera, seguita dal lavoro, che precede a stretto giro economia, immigrazione e razzismo, donne e LGBTQI+, lasciando in ultima posizione ambiente ed ecologia. Un risultato sorprendente che, come illustra Davide Berretta del team Pulsar, che ha curato l’indagine assieme a Dahye Lee, si può spiegare «considerando che sono i media – a loro volta influenzati dalla politica – e gli attori più rumorosi sulla piattaforma a indirizzare il dibattito pubblico».
Tradotto: sono spesso queste entità in maniera volontaria o involontaria a decidere di cosa si parla. Prima che il governo menzionasse la carne coltivata, ad esempio, il dibattito sul tema era minore. Ma è esploso in breve tempo sui social e sui media tradizionali quando l’alimento è stato portato alla ribalta dall’esecutivo. A ciò, si aggiunge che dall’analisi, che è sviluppata in maniera generale, sono esclusi alcuni termini che in certi casi catalizzano l’attenzione di un intero tema o quasi. Un esempio di ciò è Ultima Generazione, che raccoglie buona parte del dibattito sul cambiamento climatico nel nostro Paese negli ultimi mesi.
Gli interessi principali e la soddisfazione politica
Pulsar, infine ha diviso il campione raggruppando gli interessi principali mostrati dai giovani sulle piattaforme online. I sei raggruppamenti individuati degli interesse individuate sono: imprenditoria, cultura calcistica e statistiche sportive, innovazione e digitale, politiche sociali, cultura pop queer; casa: animali e alimentazione. Diviso questo spettro, l’analisi l’analisi si concentra sul sentimento espresso nelle conversazioni politiche. I più positivi nella discussione sono le persone che esprimono interesse nei confronti dell’imprenditoria. In effetti, i dati evidenziano forti connessioni di questi individui con il mondo di Fratelli d’Italia di cui seguono numerosi esponenti. Tra tutti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
Particolare insoddisfazione nei confronti della discussione politica, invece, è mostrata dalle persone interessate alla cultura pop queer, e all’alimentazione e agli animali. Si può ipotizzare anche in questo caso che il sentimento derivi dalle politiche del governo Meloni nei confronti del mondo Lgbtqi+ e di quello animalista: ad esempio con la battaglia a favore dell’alimentazione tradizionale che prevede il consumo della carne e non dei suoi sostituti.
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