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Chi ha detto che ai giovani non piace la politica? Al via il primo incontro del ciclo Open Space

07 Giugno 2023 - 15:34 Antonio Di Noto
Dai rappresentanti di università e scuole a Jasmine Cristallo e Jonathan Lobati: tanti ospiti all'Ostello Bello stasera alle 19 per discutere di under 30 e politica e presentare un'indagine della piattaforma Pulsar sulle conversazioni social della Gen Z

Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti per la sua generazione. Ma quali sono quelle più importanti per i giovani? Spesso vengono definiti come marginali nel dibattito pubblico. Una discussione che, anche per questioni di rappresentanza numerica, sembra non toccare le questioni che hanno più a cuore. È facile rappresentarli come pigri, svogliati, indifferenti. Eppure, la verità è un’altra: analizzarla è l’obiettivo del primo incontro di Open – il primo di una serie di sei trasmessi in diretta dal nostro canale Instagram – che si terrà stasera, 7 giugno 2023, alle 19 all’Ostello Bello di Via Medici 4 a Milano. Una serata dal titolo Chi ha detto che ai giovani non piace la politica? condotta da Felice Florio, con la partecipazione di Alberto Tavolaro, rappresentante del liceo Carducci di Milano; Alessia Cappello, Assessora di Italia Viva allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro del Comune di Milano; Anass Hanafi, Curator Global Shapers Turin Hub del World Economic Forum e presidente del Network italiano dei leader per l’inclusione; Caterina Cerroni, Segretaria dei Giovani democratici; Jonathan Lobati, consigliere regionale di Forza Italia per la Regione Lombardia; Jasmine Cristallo, membro della direzione nazionale del Partito Democratico; Marco Bestetti, Consigliere regionale di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia; e Marco Monzani, di Unione degli Universitari.

Ma di cosa parlano i giovani quando parlano di politica? Per capirlo, Open ha commissionato alla piattaforma di audience intelligence Pulsar un’indagine – che verrà presentata stasera – da cui sono emersi gli argomenti maggiormente discussi sulle piattaforme social dalla Generazione Z – i nati tra il 1997 e il 2012 – e dalla Generazione Alpha: i nati tra il 2012 e i primi anni 2020.

La ricerca

Pulsar ha analizzato quasi 300 mila conversazioni online – fino a un milione di interazioni considerando commenti e risposte – che menzionano una serie di aree tematiche politiche (lavoro, economia, politica internazionale, ambiente ed ecologia, donne e Lgbtqi+, e immigrazione e razzismo) dall’1 ottobre 2022 al 6 giugno 2023 su Twitter, Reddit, Facebook, Instagram, TikTok, Pinterest, Twitch, Tumblr e altre fonti online. A partire da questi dati, è stata fatta un’ulteriore analisi, più approfondita, sulle conversazioni Twitter di quasi 2 mila giovani selezionati in modo da essere rappresentativi della discussione così come appare anche sulle altre piattaforme.

I politici più discussi

Come ci si poteva aspettare, il politico più discusso dell’anno è la premier Giorgia Meloni, insediata nell’ottobre del 2022, che sia nella discussione generale che in quella dei giovani è stata menzionata in oltre il 56% delle menzioni sul totale dei leader. Differenze sostanziali, invece, per quanto riguarda il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la segretaria del Pd Elly Schlein, il leader del M5S Giuseppe Conte e – soprattutto – il leader di Azione Carlo Calenda.

Il primo si attesta al 5% nella discussione generale, ma in appena l’1,7% di quelle limitate alla Gen Z e Alpha. Effetto opposto per Calenda, all’1,5% nella discussione generale, ma all’8,2% in quella dei giovani. Non a caso, anche alle elezioni dello scorso 25 settembre, la fascia d’età 18-24 era quella che più di tutte aveva preferito l’ex ministro dello Sviluppo Economico tra i vari leader di partito. Variazione marginale per Schlein, con un 1,4% di differenza tra vecchie e nuove generazioni a favore della prima. Si può parlare di un effetto Schlein sui giovani? Parrebbe di no. Per Conte, invece, 10,5% nella generale, a fronte di un 6% tra i giovani.

I temi più caldi

In maniera meno prevedibile, i temi toccati dalla Gen Z e dalla Gen A si discostano solo marginalmente da quelli nella discussione generale. A farla da padrone è la politica estera, seguita dal lavoro, che precede a stretto giro economia, immigrazione e razzismo, donne e LGBTQI+, lasciando in ultima posizione ambiente ed ecologia. Un risultato sorprendente che, come illustra Davide Berretta del team Pulsar, che ha curato l’indagine assieme a Dahye Lee, si può spiegare «considerando che sono i media – a loro volta influenzati dalla politica – e gli attori più rumorosi sulla piattaforma a indirizzare il dibattito pubblico».

Tradotto: sono spesso queste entità in maniera volontaria o involontaria a decidere di cosa si parla. Prima che il governo menzionasse la carne coltivata, ad esempio, il dibattito sul tema era minore. Ma è esploso in breve tempo sui social e sui media tradizionali quando l’alimento è stato portato alla ribalta dall’esecutivo. A ciò, si aggiunge che dall’analisi, che è sviluppata in maniera generale, sono esclusi alcuni termini che in certi casi catalizzano l’attenzione di un intero tema o quasi. Un esempio di ciò è Ultima Generazione, che raccoglie buona parte del dibattito sul cambiamento climatico nel nostro Paese negli ultimi mesi.

Gli interessi principali e la soddisfazione politica

Pulsar, infine ha diviso il campione raggruppando gli interessi principali mostrati dai giovani sulle piattaforme online. I sei raggruppamenti individuati degli interesse individuate sono: imprenditoria, cultura calcistica e statistiche sportive, innovazione e digitale, politiche sociali, cultura pop queer; casa: animali e alimentazione. Diviso questo spettro, l’analisi l’analisi si concentra sul sentimento espresso nelle conversazioni politiche. I più positivi nella discussione sono le persone che esprimono interesse nei confronti dell’imprenditoria. In effetti, i dati evidenziano forti connessioni di questi individui con il mondo di Fratelli d’Italia di cui seguono numerosi esponenti. Tra tutti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Particolare insoddisfazione nei confronti della discussione politica, invece, è mostrata dalle persone interessate alla cultura pop queer, e all’alimentazione e agli animali. Si può ipotizzare anche in questo caso che il sentimento derivi dalle politiche del governo Meloni nei confronti del mondo Lgbtqi+ e di quello animalista: ad esempio con la battaglia a favore dell’alimentazione tradizionale che prevede il consumo della carne e non dei suoi sostituti.

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