De Luca jr. e il “demansionamento” nel Pd di Schlein: «Vendetta trasversale, non le fa onore»
«Scorie ancora non smaltite delle ultime primarie». A parlare è Piero De Luca, l’ormai ex vicecapogruppo del Pd alla Camera che da ieri, su decisione dell’assemblea del gruppo, è stato “demansionato” a segretario con delega per il Pnrr, riforme e sicurezza a Montecitorio. Il deputato riformista De Luca, in un’intervista a Repubblica, ha osservato: «Si è consumata una sorta di vendetta trasversale che non fa onore: le logiche che hanno prevalso, per quanto mi riguarda, non sono state fondate né su dinamiche politiche, né sulle competenze, né sul contributo al lavoro parlamentare, ma risentono di scorie ancora non smaltite dalle primarie».
Le reazioni dei dem
E De Luca jr., figlio del governatore campano Vincenzo De Luca, incalza la segretaria del Pd, Elly Schlein: «Io credo che un grande partito ebba rilanciarsi parlando di temi, di contenuti, di idee, di progetti. Debba in sostanza parlare di qualcosa, non lavorare contro qualcuno; debba impegnarsi per aggregare e costruire, non disgregare o distruggere e debba farlo possibilmente con una linea politica chiara, non ambigua o equivoca, sulle grandi questioni di attualità. Ma forse ad alcuni di rafforzare il partito interessa davvero poco». E dopo il “declassamento” di De Luca jr. le polemiche nel Pd non si fermano. Alcuni esponenti del Pd, tra cui Enzo Amendola, già in fase di voto hanno deciso di astenersi. Critiche anche dall’ex ministra Marianna Madia, che ha parlato di «un’operazione punitiva».
Le critiche
C’è chi, come l’ex ministro Lorenzo Guerini, ha definito quanto accaduto un “processo al cognome”, il cui “costo” è stato pagato dal figlio del governatore campano. Altri hanno parlato di un “segnale” che ha voluto mandare la segretaria Schlein sia all’interno sia all’esterno del partito, tra cui il niet alla candidatura per un terzo mandato alla guida della regione proprio per Vincenzo De Luca. Tra il governatore campano e la nuova segretaria del Pd non corrono buoni rapporti. Anzi, l’esatto contrario. Nella fase congressuale verso le Primarie, inoltre, i De Luca non hanno sostenuto la candidatura di Schlein alla guida del Pd, bensì quella di Stefano Bonaccini.
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