Apple Vision Pro, la realtà aumentata della Mela sembra perfetta. Ma difficile da condividere
Lavorare con quattro maxischermi intorno. Guardare film e video in maniera completamente immersiva, con le immagini che avvolgono lo spettatore a 180 gradi. Sono queste alcune delle promesse di Apple Vision Pro. L’headset per la realtà aumentata di Cupertino è stato presentato nei giorni scorsi come un «computer spaziale». E le specifiche ci sono tutte: il processore è lo stesso degli ultimi MacBook, e anche il sistema operativo ricorda quello dei pc della mela, anche se si aggiunge il senso della profondità. Non manca una fotocamera 3D in alta risoluzione. Lo schermo dedicato a ciascun occhio ha più pixel di una televisione in 4k. Tutto si svolge intorno all’utente. «Mi sembrava di trovarmi nel mio cinema IMAX personale», scrive Steve Kovach su CNBC.
Il prezzo e le funzioni
Per il prezzo di 3.500 dollari – non è ancora chiaro a quanto verrà venduto in Italia, dove il costo dei prodotti della Mela lievita rispetto ad Oltreoceano – il visore di «realtà mista» promette a chi lo usa di poter passare dal lavoro allo svago, dalla meditazione alla scrittura, alla ripresa dei video senza mai dover cambiare dispositivo e in maniera intuitiva. Gestirlo è facile, con un bottone sopra l’occhiale destro appaiono le app, che, dopo una scansione delle mani, possono essere comandate con semplici gesti. Niente movimenti teatrali o necessità di tenere la mani davanti agli occhi. Pizzicando con le dita, le applicazioni vengono chiuse, tenendo le due dita nella stessa posizione si possono spostare le finestre. Dai video che sembrano scene reali, alle chiamate FaceTime con gli avatar virtuali dei propri familiari.
Rischio isolamento?
Proprio la sua polivalenza, la sua naturalezza, la sua comodità, in queste ore stanno destando la preoccupazione di alcuni. Apple rassicura: «Crea la postazione da lavoro dei tuoi sogni. Spostati da un’applicazione all’altra senza interruzioni. Il tutto rimanendo presente nel mondo intorno a te». E ancora: «Vision Pro ti aiuta a rimanere connesso alle persone intorno a te. Eyesight rivela i tuoi occhi a chi ti parla. Quando qualcuno si avvicina, Vision Pro ti avvisa, e allo stesso tempo gli mostra i tuoi occhi». Il visore possiede anche un comando per decidere quanto del mondo reale si vuole vedere in ogni momento. Eppure i dubbi ci sono: effettivamente, è difficile immaginare come mostrare un video a qualcuno, come vedere un film insieme al proprio partner. In generale, come condividere qualcosa in maniera veloce con una persona nel mondo reale senza dover passare al proprio telefono. Essere immersi nel proprio mondo pieno di schermi – come scrive Allison Johnson su The Verge – «è più isolante che esserlo in uno schermo di sei pollici che teniamo in mano».
La giornata tipo
Dai video che l’azienda di Cupertino mostra sul proprio sito per pubblicizzare il visore, ci si fa l’idea che Apple Vision pro, che è a tutti gli effetti quello che Shira Ovide definisce sul Washington Post un «computer facciale», sia uno strumento da indossare in casa, magari durante tutta la giornata o quasi. «Com’era quella ricetta dei pancake che ho fatto il mese scorso a colazione?», ci si potrebbe chiedere. «Inizio a prepararli e intanto la controllo sul Vision Pro. E se mia figlia intanto mi calcia il pallone, riesco a vederlo e calciarglielo indietro», aggiungerebbe il protagonista di uno dei video promozionali. Al lavoro la produttività promessa sembra incredibile, con la possibilità di avere tutte le informazioni di cui si necessita sotto gli occhi.
La batteria
Poi pranzetto guardando qualche video su YouTube per rilassarsi e infine un bel film la sera. Si dovrà attendere per capire quali saranno i veri usi di uno strumento che al momento sembra perfetto per chi lavora da remoto, piuttosto che da indossare per tutto il giorno, anche visto il peso che si avvicina al mezzo chilo. Ad ogni modo, al momento la miglior caratteristica del Vision Pro per evitare che chi lo usa sia troppo avulso dal mondo reale sembra essere la durata della batteria. Un paio d’ore. E poi andrà ricaricato. O togliendolo, o sarà il cavo ricordare di dove ci si trova. A metà 2024 le prime risposte.
Foto di copertina: Apple
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