Come Alessandro Impagnatiello ha ucciso Giulia Tramontano: i dubbi sulla madre e sulla dinamica dell’omicidio
Nell’intervista in cui ha deciso di parlare della morte di Giulia Tramontano a Senago Sabina Paulis, la madre di Alessandro Impagnatiello, ha detto che il figlio è «un mostro». A La Vita in Diretta la donna ha anche aggiunto che il barman dell’Armani Bamboo «deve dire tutta la verità». Eppure, racconta oggi La Stampa, tra gli inquirenti ci sono dubbi proprio su Paulis. La 54enne, che è legatissima al figlio, è entrata per prima nell’appartamento di via Novella, con il suo mazzo di chiavi. Ha anche accompagnato il figlio in un bar per chiedere le immagini delle telecamere. Anche se questo può non essere dirimente visto che all’epoca si cercava la ragazza ancora in vita. Impagnatiello continua a sostenere di aver fatto tutto da solo. Ma sulla sua ricostruzione rimangono dubbi.
La testimonianza di Sabina Paulis
Sabina Paulis non ha più rapporti con il padre foggiano di Impagnatiello. Ha cresciuto il figlio da sola. Il quotidiano racconta che è stata sentita dagli investigatori lunedì scorso, quando lui non aveva ancora confessato. E ha detto di essere a conoscenza della presenza di un’altra donna nella vita del figlio: «Giulia mi ha mostrato i messaggi dell’altra donna». Per questo si è offerta di accompagnarla fino al bar Armani, ma alla fine l’ha portata soltanto alla fermata della metropolitana. Al ritorno è stata sempre la suocera a riaccompagnarla a casa: «Le ho chiesto se voleva venire a dormire da me, “staccandosi” da Alessandro». Giulia ha rifiutato. La madre di Impagnatiello ha chiesto a Tramontano di tenerla informata. «Nella speranza che Giulia mi telefonasse per sfogarsi, tenevo d’occhio i suoi accessi su Whatsapp», ha fatto mettere a verbale. Dai tabulati telefonici invece non è emerso alcun contatto con il figlio.
La dinamica dell’omicidio
Ci sono altri elementi che non collimano nella confessione di Impagnatiello. Prima aveva detto di aver colpito Tramontano dopo che lei si era ferita con il coltello. Davanti il Gip ha sostenuto che si fosse tagliata per errore e dopo lui l’aveva colpita al collo. I rilievi del Ris e le prime analisi sulle traiettorie degli schizzi di sangue sembrano raccontare un’altra storia. Avrebbe aggredito la ragazza alle spalle in sale. Prima una coltellata alla gola, che le ha impedito di urlare. Poi gli altri colpi. Gli esami con il luminol hanno trovate sangue su un carrellino portapacchi. Potrebbe essere stato usato per il trasporto del cadavere. Per i pm Letizia Mannella e Alessia Menegazzo il comportamento del barman è la conferma che è «in grado di mentire ripetutamente e di cambiare più volte versione dei fatti».
La premeditazione
Una latta di benzina è stata trovata in casa. Gli inquirenti proveranno a utilizzare il codice a barra per datare il momento dell’acquisto. In casa c’era anche una serra per coltivare la marijuana ma senza piante. Durante l’autopsia si cercherà invece il principio attivo del topicida trovato in casa. Che secondo Impagnatiello serviva al lavoro. I rilievi effettuati ieri nell’abitazione, compresi box e cantina, hanno fornito riscontri. L’omicidio è avvenuto nel soggiorno e la vasca, dove l’uomo ha tentato una prima volta di dare fuoco al cadavere, è stata trovata bruciata in vari punti.
Elemento importante questo in relazione all’aggravante della premeditazione, dato che, cinque minuti prima che Giulia rientrasse in casa quel sabato sera, aveva cercato on line «ceramica bruciata vasca da bagno». Quando sono entrati investigatori e inquirenti, però, la casa era perfettamente in ordine e ripulita, tant’è che le moltissime tracce sono state individuate solo grazie al luminol. Chi era sul posto è rimasto colpito dalla grande attenzione con cui tutto era stato pulito e dall’ordine definito maniacale, quasi ossessivo compulsivo.
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