La madre di Sibora Gagani: «L’uomo che ha ucciso mia figlia è un serial killer, troveranno altri corpi»
Il corpo di Sibora Gagani, italo-albanese 22enne, è stato ritrovato in un appartamento di Torremolinos (Málaga). La ragazza conviveva lì con Marco Gaio Romeo. Con lui era partita da Nettuno in provincia di Roma nel 2014. Lui, dopo l’arresto per l’omicidio di un’altra donna, ha confessato di averla uccisa e ha indicato il posto in cui ritrovare il cadavere. Poi ha ritrattato. L’altra donna uccisa si chiama Paula ed è madre di tre figli. La polizia spagnola ha perquisito più volte l’appartamento. Ma è riuscita a trovare il corpo della ragazza soltanto usando un macchinario a raggi X. Il 45enne è stato arrestato il 17 maggio dopo il ritrovamento del corpo di Paula, uccisa a coltellate. Oggi la madre di Sibora Betta Shahini racconta in un’intervista rilasciata all’edizione romana di Repubblica gli anni di ricerche della figlia fino alla scoperta.
Marco Gaio Romeo
Lei racconta che Marco Gaio Romeo «ha sempre negato, io stessa gli avevo fatto la domanda anni fa e lui guardandomi negli occhi mi aveva negato. Ha sempre detto di non avere fatto male a mia figlia. Ricordo i suoi occhi 9 anni fa, aveva un viso imperturbabile. Una faccia che mi ricorda quella di un altro assassino, Alessandro Impagnatiello», dice la madre di Sibora. Ricorda che un mese prima di partire «mia figlia lo voleva lasciare, anzi lo aveva proprio allontanato, e mi ha detto che voleva che sparisse. Poi, invece, da donna innamorata ha deciso di seguirlo. Sperava di sposarlo, di formare con lui una famiglia. Mi ha abbracciata e da allora non l’ho più vista». Secondo Betta la figlia aveva confessato alle amiche che lui la picchiava. Ma loro «hanno parlato solo adesso, a 13 anni dall’inizio di quella storia maledetta».
Il silenzio
Subito dopo la sua partenza non ha più sentito la figlia: «È calato il silenzio. Ho pensato subito che avesse ucciso mia figlia, ho fatto una denuncia alla polizia spagnola. Loro sono andati a casa sua e hanno trovato un pettine, un paio di mutandine e i vestiti di mia figlia. Ma non hanno fatto più niente. Sono arrabbiata con quei poliziotti». Perché secondo lei «si sono fermati fino a quando quel mostro non ha ucciso Paula. E invece potevano salvare altre donne. Forse anche mia figlia. La mia vita è un tormento da 9 anni, continuo a lavorare e a vivere a Nettuno. Sibora era la mia unica figlia, era la mia gioia e quella di tutti quelli che la conoscevano».
Serial killer
Secondo Betta Marco Gaio Romeo è un serial killer: «Le ragazze che sceglie sono tutte uguali: alte magre, capelli neri. Paula sembrava la sorella di mia figlia. Le sceglie per le loro caratteristiche fisiche. Tutte belle ragazze e dai tratti mori». Dice che quell’uomo «è un killer, lo fa con coscienza. Se lo avessi davanti potrei commettere il più orribile degli omicidi. E lo farei soffrire lentamente. Come lui sta facendo con me, mi ha trasmesso una rabbia terribile che ormai è dentro di me. Sono una donna che è rimasta senza più nulla». E secondo lei ha ucciso anche altre donne: «Se gli investigatori andranno avanti scopriranno altri corpi, lui è capace di tutto. Paula l’ha uccisa con 14 coltellate. L’altro corpo è dentro un muro. Come si fa a pensare che questo sia un uomo?».
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