L’audio che incastra Donald Trump: portò via dalla Casa Bianca un documento segreto sull’Iran. E i suoi due avvocati rimettono il mandato
Il giorno dopo avere annunciato in prima persona di essere stato incriminato per le carte segrete trattenute dopo la fine della sua presidenza, Donald Trump studia le contromosse in vista dell’udienza, fissata a Miami per martedì prossimo. Di primo mattino, Trump ha fatto sapere, parlando a Fox News, che si dichiarerà «non colpevole» delle sette accuse mosse contro di lui, i cui dettagli non sono stati resi noti. Ma l’ex presidente sarà assistito da avvocati che avranno pochissimo tempo per preparare la sua difesa. Jim Trusty e John Rowley, i due legali che lo seguivano sul caso, hanno infatti rimesso oggi il loro mandato, precisando che non rappresenteranno più il tycoon nemmeno nell’indagine sulla rivolta del 6 gennaio. Non è chiaro se i due abbiano rinunciato di loro spontanea volontà all’incarico o siano stati silurati dal tycoon. Il quale si è limitato ad annunciare, sul suo social Truth, che sarà rappresentato nel caso dallo studio Todd Blanche Esq e da un altro ancora non noto. «Devo affrontare la più grande
caccia alla streghe di tutti i tempi», ha ribadito l’ex presidente, insieme al commiato di rito ai due legali in uscita: «Voglio ringraziare Jim Trusty e John Rowley per il loro lavoro, ma si sono scontrati con persone disoneste, corrotte, malvagie, come non si era mai visto prima», ha aggiunto Trump. Secondo quanto riporta il New York Times, in tribunale martedì il candidato alle presidenziali 2024 dovrà rispondere – tra le altre – delle accuse di violazione della legge sullo spionaggio, falsa testimonianza e cospirazione per ostruire la giustizia.
L’intercettazione che conferma il «sequestro» di documenti classificati
Non bastassero tali accuse formali, a mettere nei guai l’ex presidente è intanto anche una nuova rivelazione della Cnn. In una conversazione risalente al 2021, anticipata nei giorni scorsi e di cui l’emittente Usa ha ora ottenuto una trascrizione, l’ex presidente ammetteva di aver tenuto con sé documenti militare segreti, dunque classificati. «Avrei potuto declassificarli, in quanto presidente, ma ora non posso», si legge nella trascrizione. Trump faceva riferimento a quanto sembra ad un documento classificato del Pentagono su possibili attacchi all’Iran. Non essendo stati resi pubblici i dettagli dell’incriminazione di Miami, non v’è conferma se quello oggetto della conversazione sia proprio uno dei documenti per il «sequestro» del quale Trump andrà a processo. Ma a prescindere da ciò, sottolinea la Cnn, la registrazione conferma al di là di ogni ragionevole dubbio che Trump era consapevole di avere portato con sé a Mar-a-Lago documenti classificati sensibili per la sicurezza nazionale.
Il no comment della Casa Bianca
La Casa Bianca ha opposto un «no comment» sulla vicenda giudiziaria che riguarda il suo precedente inquilino. «Il dipartimento di Giustizia è un organo indipendente», ha spiegato la vice portavoce dell’amministrazione Usa, Olivia Dalton, sottolineando che Joe Biden e il suo staff «hanno saputo della come tutti gli altri americani ieri sera dai media».