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Violenze sull’ex moglie, Omar Favaro si difende davanti ai giudici: «Tutte calunnie, lasciatemi vedere mia figlia»

09 Giugno 2023 - 15:10 Redazione
omar favaro novi ligure accuse moglie
omar favaro novi ligure accuse moglie
La testimonianza al tribunale del Riesame di Torino del 40enne co-protagonista 22 anni fa del delitto di Novi Ligure

«Non vedo mia figlia da gennaio, le accuse della mia ex moglie sono tutte calunnie». Con queste parole Omar Favaro, il 40enne che assieme alla fidanzata Erika Di Nardo nel 2001 massacrò con 97 coltellate la madre di lei Susy Cassini e il fratellino Gianluca di 11 anni, si è rivolto questa mattina ai giudici del tribunale del Riesame di Torino per difendersi dalle accuse mosse dalla sua ex moglie. La procura di Ivrea ha infatti chiesto il divieto di avvicinamento per l’uomo perché in passato si sarebbe macchiato di maltrattamenti, minacce di morte, abusi fisici e psicologici nei suoi confronti, violenze denunciate dalla stessa donna. Ma un gip aveva dato parere contrario e quindi i pubblici ministeri hanno presentato un appello al tribunale del riesame di Torino.

Novi Ligure? «Delitto di 22 anni fa, non c’è alcun legame»

L’avvocato del 40enne Lorenzo Repetti ha depositato della documentazione che «dà forza alle nostre argomentazioni» e, durante l’udienza, ha fatto presente che dallo scorso gennaio Favaro non ha la possibilità di incontrare la figlia nonostante sia stato disposto l’affidamento congiunto con la mediazione degli assistenti sociali e «una consulenza tecnica di ufficio abbia sottolineato che anche lui, come l’ex moglie, sia capace di genitorialità». Ma la donna ha riferito agli inquirenti di un rapporto matrimoniale caratterizzato da soprusi, intimidazioni e violenze sessuali. Per quanto riguarda la strage di Novi Ligure, il legale ha sottolineato nuovamente come «si tratti di un fatto di 22 anni fa che non ha alcuna attinenza con il tema in discussione. Non vi è alcun elemento di contatto con una causa civile. E dispiace che il passato venga strumentalizzato, quasi come se da questo dipendesse la patente di credibilità delle dichiarazioni del mio assistito». Ora giudici si sono riservati la decisione, che arriverà tra qualche giorno.

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