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Verona, i filmati delle violenze in questura: i poliziotti minacciavano con lo spray e scherzavano su Cucchi

verona polizia tortura senzatetto nicolae daju
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Dalle carte d'indagine depositate dal gip emerge anche il ruolo di una poliziotta

Verona. La telecamera di sorveglianza puntata sulla Sala fermati del reparto Volanti riprende sistematici abusi, umiliazioni e violenze ai danni degli ultimi della città: tossici, migranti, senzatetto. Adesso, quei fotogrammi sono riportati nelle carte dell’indagine, prova delle accuse rivolte ai 26 agenti indagati (5 sono ai domiciliari) dalla Procura. Video in cui, secondo quanto riporta Repubblica, i poliziotti ridevano durante i pestaggi, insultavano i fermati, e rievocavano persino – con il sorriso – la vicenda di Stefano Cucchi. Come la notte tra il 3 e il 4 novembre 2022, quando un 36enne con problemi psichiatrici viene condotto nell’acquario «in evidente stato catatonico».

Nuovi protagonisti

Con lui ci sono 5 agenti, tra i quali Loris Colpini, ora ai domiciliari, e l’assistente capo Michele Tubaldo (indagato). Quest’ultimo osserva l’uomo fermato attraverso il plexiglas e, scherzando con i colleghi, lo paragona al geometra romano morto mentre era sottoposto a custodia cautelare. Solo a mezzanotte nell’acquario entrano dei medici. Un’ora dopo dal momento in cui l’uomo si era accasciato. Dalle carte d’indagine depositate dal gip, inoltre, emerge anche il ruolo di una poliziotta. La donna non ha partecipato direttamente ai pestaggi.

Ma secondo i pm ci sono le prove della sua «palese adesione e non irrilevante contributo concorsuale alla commissione dell’azione delittuosa, oltreché l’accanimento mostrato nei confronti della persona offesa». Il riferimento è al fermato Amiri Tororo, marocchino, che sarebbe stato da lei minacciato con lo spray urticante: «Giuro che ti spruzzo adesso». E ancora: «Dai raga, vi prego, un’altra spruzzata!», «Tagliatelo se ti fa male il cazzo», «io lo abbandonerei lì e gli darei quattro calci, lo lascerei steso pieno di spray». Di fronte a questa scena, una sua collega «si sta spaccando dalle risate».

Le precauzioni

A metà novembre nel reparto Volanti si sparge la voce che c’è un’inchiesta in corso (iniziata la scorsa estate). I primi sospetti arrivano quando alcuni indagati sorprendono due colleghi della Squadra Mobile ad analizzare dei filmati interni. I poliziotti sotto osservazione iniziano dunque a prendere precauzioni: controllano che non ci siano telecamere e microspie nelle stanze in cui s’incontravano, iniziano a comunicare mediante bigliettini. «Il sovrintendente S. consiglia ai colleghi di fare domanda di trasferimento ad altri uffici». L’8 novembre, tre di loro vengono registrati mentre «parlano del fatto che l’ex dirigente dell’Ufficio Volanti, nonostante i vari problemi che coinvolgono gli operatori del Nucleo, dei quali lei era a conoscenza, è stata trasferita al momento giusto senza alcuna ripercussione».

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