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Giulia Tramontano, oggi i funerali privati a Sant’Antimo. L’appello del parroco: «La chiesa è piccola, rispettate la volontà della famiglia»

11 Giugno 2023 - 09:45 Redazione
A San Vittore, intanto, Alessandro Impagnatiello è in cella con un compagno, sorvegliato a vista per scongiurare il suicidio

A Sant’Antimo, in provincia di Napoli, oggi è il giorno dell’ultimo saluto a Giulia Tramontano, la donna di 29 anni incinta di sette mesi uccisa a coltellate dal compagno Alessandro Impagnatiello lo scorso 27 maggio a Senago, nel Milanese. Nel piccolo comune del Napoletano, paese natale di Giulia, oggi sarà lutto cittadino. «Mi ha telefonato la famiglia per farci sapere che avrebbero gradito la nostra presenza in un momento così doloroso», ha detto la sindaca di Senago Magda Beretta, che parteciperà alla cerimonia. Un rito che sarà officiato tuttavia in forma strettamente privata, oggi dalle 15 nella parrocchia di Santa Lucia. «È il momento dell’ultimo saluto intimo e straziante a Giulia e Thiago (il bimbo che Giulia portava in pancia, ndr) e vorremmo viverlo insieme ai parenti e agli amici più stretti», ha scritto ieri sui social Chiara Tramontano, sorella minore della vittima. «La chiesa non riuscirebbe a contenere tutte le persone che in questi giorni hanno mostrato solidarietà alla famiglia Tramontano. Non so come faremo a gestire il flusso delle persone ma è necessario rispettare la volontà dei familiari di Giulia», ha aggiunto parlando a Repubblica il parroco don Salvatore Coviello.

Venerdì prossimo 16 giugno sarà il giorno invece della manifestazione di cordoglio che la famiglia vorrebbe fosse «una marcia silenziosa» in memoria di Giulia e Thiago, a Senago, là dove si è consumato il femminicidio. E dove nel frattempo, a due passi dal luogo del ritrovamento del corpo della giovane, è stato realizzato un murale con i nomi di Giulia e Thiago: due immagini che ritraggono la donna con il suo bambino tra le braccia. Intano Alessandro Impagnatiello – reo confesso dell’omicidio – si trova in un’ala del carcere di San Vittore, a Milano, insieme a un compagno di cella. A sorvegliarlo una guardia che lo tiene monitorato a vista per il timore che possa provare a togliersi la vita. «L’unica forma di pentimento che avrebbe un senso è il suicidio», aveva detto l’uomo poco dopo la confessione. Al momento, Impagnatiello è detenuto con l’accusa di omicidio aggravato, soppressione di cadavere e procurato aborto. La pm Alessia Menegazzo e l’aggiunta Letizia Mannella sono al lavoro per ricostruire ciò che accadde esattamente nei giorni precedenti all’omicidio, anche per verificare la sussistenza dell’aggravante della premeditazione oltre che la possibile presenza di complici.

Credits foto: ANSA

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