Magnate, showman, divisivo: così la stampa estera ricorda Silvio Berlusconi
La morte di Silvio Berlusconi è una notizia che oggi, 12 giugno, non ha sconvolto solo l’Italia: anche la stampa estera sta raccontando con dovizia di particolari la scomparsa del Cavaliere, ripercorrendo in molti casi la sua carriera fuori dal comune. A cominciare dal New York Times, che lo definisce «lo showman che ha ribaltato la politica e la cultura italiana», introducendo «il sesso e il glamour nella TV italiana», e poi «applicando la stessa formula anche alla politica, dominando il Paese e la sua cultura per più di 20 anni».
Un ritratto condiviso dal Wall Street Journal, che ricorda però come «il magnate dei media» era considerata «una figura divisiva» in Italia, che «fu oggetto di scherno all’estero per le sue battute oscene, gli scandali sessuali e la sovrapposizione di interessi politici e commerciali». Più morbido il Washington Post, che giustifica la sua decennale «dominazione del Paese» attraverso la combinazione di «fascino da showman, pomposo scherno e applicazione spietata del potere finanziario e politico».
Ma non solo negli States si parla del Cavaliere: il Guardian, per esempio, ripercorre pedissequamente la biografia di Berlusconi, dalla sua nascita nel 1936 in una famiglia della classe media, alla fondazione di Forza Italia nel 1993, fino ai suoi ultimi anni, ricordando come fosse considerato il «kingmaker» della politica italiana. Il tedesco Bild ricorda anche altri ruoli rivestiti dall’ex primo ministro, e che gli hanno permesso di «plasmare per decenni la vita pubblica in Italia»: non solo quello di «politico e magnate dei media», ma anche quello di «proprietario di lunga data della squadra di calcio AC Milan».
Lo stesso racconto viene tracciato anche sulle colonne del francese Le Monde, che ricorda anche: «Nonostante la sua longevità, il suo innegabile intuito tattico, le sue doti di comunicatore, la sua azione di governo rimane segnata da una serie di scandali privati e finanziari e da una relativa impotenza – frutto del suo temperamento disinvolto e gaudente, dei suoi conflitti di interessi e accordi presi con forze politiche con ideologie talvolta contrastanti, così come dimostra la sua amicizia con Vladimir Putin, mai smentita nonostante l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022».
Proprio dalle parti di Mosca, la morte del fondatore di Forza Italia ha fatto presto discutere: l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, per esempio, ha dedicato a Berlusconi un racconto in 12 foto del «politico, editore, proprietario di una squadra di calcio e holding mediatica, proprietario di una delle carriere più vertiginose dell’Europa moderna». TASS, invece, ha pubblicato un pezzo più asciutto in cui però sottolinea che «i programmi televisivi sono passati da tutti i temi attuali alla morte di Berlusconi, che ha lasciato, a detta di tutti, un segno significativo nella storia italiana».