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Travaglio contro il lutto nazionale per Berlusconi e gli speciali in Tv: «È impazzimento collettivo: perché si cancella la storia»

Il direttore del Fatto quotidiano considera assurdi tutti gli onori concessi all'ex premier nonostante abbia «volutamente spaccato l'Italia»

Contro la decisione del governo di dichiarare il lutto nazionale dopo la morte di Silvio Berlusconi, oltre ai funerali di Stato previsti per legge, si schiera anche Marco Travaglio, tra gli avversari più accaniti contro il leader di Forza Italia sin dalla sua discesa in campo nel 1994. Ospite a Otto e mezzo su La7 di Lilli Gruber, il direttore del Fatto quotidiano non si da pace per quello che definisce «un impazzimento collettivo». In cui si aggiunge anche il lungo stop annunciato per le attività parlamentari: «Ci sono sette giorni di lutto parlamentare – incalza Travaglio – in cui si è deciso di sospendere le votazioni, non è successo nemmeno quando è stato ucciso Aldo Moro». Nel corso del pomeriggio in realtà, fonti della Camera hanno chiaro che la Conferenza dei capigruppo all’unanimità ha deciso di riprendere i lavori di Montecitorio giovedì 15 giugno dalle 12, quando è prevista la discussione generale sulle mozioni relative agli adeguamenti delle pensioni minime. Venerdì poi i deputati dalle 9.30 saranno anche impegnati nella seduta per le interpellanza urgenti, mentre la ripresa dell’attività delle Commissioni è fissata per giovedì 15 giugno.

Gli speciali tv

A Travaglio però non vanno giù neanche i palinsesti rivoluzionati nelle ultime 24 ore, in cui tutte le reti nazionali hanno dato ampio spazio alla morte di Berlusconi e alla sua figura. Il direttore del Fatto le ha definite «processioni televisive incessanti in cui si cancella la storia. Il lutto nazionale – ha aggiunto, come riporta l’Adnkronos – si proclama per persone in cui tutti gli italiani si identificano. Berlusconi ha spaccato volutamente l’Italia, ha insultato i magistrati, non ha riconosciuto le leggi. Di cosa stiamo parlando? È qualcosa che appartiene alla psichiatria». A dimostrazione di quanto Berlusconi non avrebbe meritato tutti questi onori, Travaglio cita il suo editoriale pubblicato oggi sul quotidiano che dirige, in cui ha riportato decine di dichiarazioni dell’ex premier: «Ho fatto il coccodrillo del Caimano e l’ho fatto scrivere a lui: è fatto tutto con citazioni di Berlusconi. Una sola delle cose che ha fatto avrebbe segnato la fine di un leader in un altro paese».

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