Diritti, l’allarme di Michele Bravi: «L’Italia sta tornando indietro. I politici? Mi spaventano di più le persone comuni» – L’intervista
«Sono molto preoccupato. Se fino ad oggi la lotta era per avanzare, ora mi sembra che sia per non retrocedere. Stiamo vivendo una battuta d’arresto». Così Michele Bravi – ospite domani 14 giugno al ciclo di incontri Open Space: le lotte che costruiscono il futuro – commenta a Open l’attuale situazione in Italia delle battaglie per i diritti lgbtqia+. Cantautore, scrittore e attore, il 28enne dà anni si espone sul tema. Nel 2017, a pochi giorni dalla sua partecipazione al Festival di Sanremo con Il Diario Degli Errori, ha fatto pubblicamente coming out. E ora, guardando alle sue aspettative di vita si dice intimorito. «Sono entrato in quella fase dove i miei amici parlano di matrimonio e famiglia. Quando avevo 20 anni la libertà di amore per me era la possibilità di stare con una persona, oggi è quella di poter costruire qualcosa con quella persona», spiega il cantante. Riconosce che dal mondo dello spettacolo ha ricevuto un’apertura maggiore rispetto a quella che è stata riservata a tante altre figure pubbliche che in passato hanno fatto coming out prima di lui. Al tempo stesso, però, ci tiene a sottolineare che «la lotta non è finita». Si dice fortunato, ma sente la responsabilità di mobilitarsi affinché chi arriverà dopo di lui possa esserlo ancora di più.
«Stanno succedendo cose che mai avrei pensato»
«Il mio contributo è nel mio apporto artistico. Nel mio settore le parole hanno un peso specifico ben preciso», dice Michele Bravi che evidenzia l’importanza di usare registri linguistici rispettosi del pubblico a cui ci si rivolge, «soprattutto in un’epoca in cui non si sente più l’autorità della parola». La direzione verso cui stanno andando le politiche per i diritti in questi anni fanno «paura» al cantautore. «Ci sono una serie di libertà che io sento a rischio. Ho visto succedere cose che pensavo di poter leggere solo in un libro di fantascienza», racconta lo scrittore. «Penso ad esempio al divieto di aborto negli Stati Uniti. Un tema che io personalmente non posso comprendere, ma l’idea che le donne non possano scegliere sul proprio corpo mi preoccupa», spiega. «Non so – puntualizza – cosa possa volere dire che, di fronte a una tua richiesta importante, qualcuno dall’alto ti dica di no. E la paura che possa succedere anche qui non ti nego che c’è».
«Il Pride? È necessario»
Se in molti additano l’attuale governo in carica attribuendogli le principali responsabilità della disintegrazione di molti diritti, il cantante ritiene che sia «troppo facile dare colpa a una sola classe politica, che decidiamo noi. Il tessuto valoriale di un Paese lo fanno le persone, non i politici». Per questo – aggiunge Bravi – «non mi spaventano i politici, ma le persone comuni. E in questo momento c’è proprio un pensiero globale che sta prendendo una direzione che non mi piace, ma d’altronde la storia è piena di scelte sbagliate». Nel mese di giugno, in cui si festeggia il Pride in tutte le città italiane tra non poche polemiche e con la politica divisa sul tema, Michele Bravi ci tiene a sottolineare l’importanza di scendere in piazza a manifestare e rivendicare i diritti non ancora riconosciuti. «Trovo che sia necessario il Pride», dichiara il cantante. «Se le persone continuano a farsi così tante domande e a discutere ad esempio su come la gente dovrebbe manifestare in questa occasione, vuol dire che la lezione non ancora passata», aggiunge.
Dalla chiusura di “Amici” ai prossimi passi del cantante
Il 28enne ha da poco concluso la sua parentesi televisiva ad Amici, il talent per ballerini e cantanti condotto da Maria de Filippi. Ha vestito i panni del giudice, dopo 10 anni dalla sua vittoria come concorrente di X Factor. «È stata un’esperienza fondamentale che mi ha insegnato come i ragazzi e le ragazze che si approcciano a questo mondo oggi siano più preparati di un tempo», racconta il cantautore. «Io mi ricordo le paure che provavo all’epoca e nel mio ruolo ad Amici ho cercato di essere costruttivo. In questo decennio la musica è cambiata tanto, c’è tutta una realtà virtuale che permette un accesso più rapido alla formazione che io non avevo. Oggi sono fortunatamente più facilitati ad apprendere», conclude Bravi. Che in questo momento non ha musica nuova in ballo, ma farà un unico spettacolo il 21 giugno al Castello Sforzesco di Milano dal titolo Mondo Sottile Live. Una performance, a metà tra la prosa e la musica, sulla creatività e il gioco. «Il mondo sottile è quello strato di realtà che i bambini riescono a vedere e che crescendo si smette di avere», conclude il cantante.
Foto di copertina di Alek Pierre
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