Morte di Berlusconi, chi prenderà il suo posto in Senato? In pole il farmacista di Monza, Andrea Mandelli
«Vacanza di seggio». Questa è la situazione che, utilizzando il lessico normativo, si è venuta a creare con la morte di Silvio Berlusconi. Lo scranno vinto dal Cavaliere alle scorse elezioni politiche, con il 50,3% delle preferenze nel collegio uninominale Lombardia – U06, ovvero quello di Monza, va riassegnato. Si dovrà procedere con l’elezione suppletiva. La legge vuole che il presidente della camera di appartenenza, in questo caso il Senato, dia «immediata comunicazione della vacanza del seggio al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro dell’Interno». Il ritorno alle urne, allora, deve avvenire entro 90 giorni «dalla data della vacanza dichiarata dalla Giunta delle elezioni». Si arriverebbe a settembre, ma è probabile che ci sarà una proroga di ulteriori 45 giorni poiché la finestra temporale per convocare l’elezione include il cosiddetto periodo estivo, «compreso tra il primo agosto e il 15 settembre». La prassi interna al centrodestra vuole che il seggio dell’uninominale venga conteso da un rappresentante dello stesso partito a cui era stato assegnato il posto: toccherà dunque a Forza Italia individuare il nome di chi correrà per l’ultimo scranno su cui si è seduto Berlusconi.
In questo momento, sembrerebbero due le strade perseguibili per scegliere un candidato. La prima vorrebbe un infoltimento della truppa di tajaniani a Palazzo Madama, dove il ruolo di capogruppo è ricoperto dalla rivale interna del ministro degli Esteri, Licia Ronzulli. La seconda ipotesi è che la famiglia di Berlusconi indichi una persona di sua fiducia che possa rappresentarla nei ranghi parlamentari. E non è detto che le due vie non convergano sul medesimo nome. A Open risulta che il principale indiziato per l’uninominale di Monza sia Andrea Mandelli, uomo fedele ad Antonio Tajani. Farmacista dal 1986, è titolare di una storica farmacia nel capoluogo brianzolo. Diventa presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani nel 2009. È in quelle vesti che Mandelli conosce Berlusconi. Da lì in avanti, «tanti anni di frequentazione assidua, i suoi insegnamenti e le pagine belle, il suo amore per la libertà e la capacità di guardare sempre oltre e anticipare gli eventi», afferma al Giorno, il 12 giugno. Mandelli inizia a candidarsi con Forza Italia già nel 2002, per il consiglio comunale di Monza. Nel 2012, manca l’elezione a sindaco. L’anno dopo, però, fa il suo ingresso al Senato. La legislatura successiva compare tra i deputati azzurri eletti. Dopo la nomina di Mara Carfagna a ministra per il Sud nel governo Draghi, la sostituisce nel ruolo di vicepresidente della Camera.
Mandelli manca la terza elezione in Parlamento alle politiche del 25 settembre 2022. Candidato di nuovo alla Camera, nell’uninominale Milano-Loreto, viene sconfitto da Bruno Tabacci. Secondo alcune fonti parlamentari di Open, la scelta di quel collegio non blindato è architettata da Ronzulli per sfavorire il farmacista. Mandelli non è un esponente vicino alla sua corrente e, riferiscono, attira su di sé la diffidenza della capogruppo per la sua vicinanza fisica a Berlusconi. Mandelli, anche per il suo essere monzese, è frequentemente invitato a cena ad Arcore. Spesso è con il Cavaliere allo stadio per assistere alle partite del Monza. È prematuro, adesso, avere una conferma ufficiale della sua corsa alle suppletive. Ma le fonti di Open sono certe che Mandelli è il candidato più papabile per succedere a Berlusconi, a Palazzo Madama. Un’altra ipotesi che sta circolando negli ambienti azzurri è che possa essere Alfredo Messina il candidato nell’uninominale di Monza. Legatissimo alla famiglia Berlusconi, dagli anni ’90 orbita con ruoli dirigenziali nella galassia Fininvest e Mediolanum. È uomo di fiducia, al punto che è stato scelto da Berlusconi per essere il depositario del simbolo di Forza Italia. Già senatore in tre legislature, il limite per la sua candidatura è l’età: Messina, l’8 settembre 1935, compirà 88 anni. Terzo nome plausibile, quello di Gregorio Fontana: eletto alla Camera per cinque legislature, già responsabile organizzativo del partito, lo scorso 25 settembre non ce l’ha fatta a essere rieletto in un collegio difficile assegnatoli in Veneto.
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