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L’eredità di Silvio Berlusconi e il testamento modificato all’ultimo per Marta Fascina

silvio berlusconi testamento eredità marta fascina
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Il documento nello studio del notaio Roveda. La spartizione delle quote, la regola dell'85% e il lascito per la "moglie"

Il testamento di Silvio Berlusconi si trova nelle mani del notaio Arrigo Roveda dello Studio RLCD di Milano. Lì sono contenute le ultime volontà dell’ex premier sulla destinazione del 33% del suo patrimonio. La legge infatti stabilisce questa regola per chi non ha coniuge ma ha più figli. La liquidità totale, scrive oggi il Corriere della Sera, dovrebbe ammontare a circa 1,3 miliardi dei 4 totali. Il calcolo si ottiene sommando partecipazioni azionarie e immobili. Mentre le opere d’arte e i beni non registrati sono fuori da questa valutazione. Ma intanto l’ultimo aggiornamento delle disposizioni ha visto una novità. Ovvero la destinazione di una somma di denaro per Marta Fascina.

La spartizione

Il Messaggero scrive oggi che l’ultima modifica del testamento è stata effettuata prima del penultimo ricovero al San Raffaele di Milano. Tra le ultime volontà è stata aggiunta appunto la destinazione di una somma di denaro per la donna che l’ex premier chiamava “moglie”. Ma c’è anche un’altra novità che riguarda le ultime volontà dell’ex Cavaliere. Berlusconi ha destinato il 61% delle Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava ai figli. Ovvero Marina e Pier Silvio, nati dal primo matrimonio con Carla Elvira Dall’Oglio. E poi Barbara, Eleonora e Luigi arrivati dall’unione con Veronica Lario. Le ultime volontà faranno sì che il controllo di Mediaset resti ai due figli maggiori. Ma Berlusconi ha anche emulato lo spirito dei meccanismi di stabilità di Leonardo Del Vecchio in Delfin. Per avere l’assicurazione che i figli non litighino e non si spacchino sul futuro del gruppo.

L’85%

In questa ottica Del Vecchio ha deciso che le decisioni straordinarie si potranno prendere solo con la maggioranza qualificata dell’85%. Berlusconi potrebbe essere andato oltre, chiedendo addirittura l’unanimità. Questo significa che chi vorrà provare a comprare le aziende dovrà avere l’ok di tutti i figli. L’altra ipotesi è che l’ex premier abbia fissato un quorum molto alto per le decisioni strategiche. A parte la tv, la ripartizione della parte restante del patrimonio dovrebbe rispecchiare un equilibrio tale da evitare le liti. Il Corriere dettaglia i termini del lascito: il fondatore deteneva il 61%. Il 40% viene assegnato in automatico ai figli, che ricevono una quota dell’8% a testa. Marina e Pier Silvio hanno quindi il 16% ciascuno. Mentre gli altri tre hanno il 46% e quindi la maggioranza relativa. Il dividendo ogni anno è sontuoso: l’anno scorso è stato di 150 milioni, da distribuire per quote del capitale.

Il lodo Fascina (e altri)

Il quotidiano ipotizza anche che Fascina e altre persone vicine a Berlusconi (come Fedele Confalonieri e Adriano Galliani) possano essere entrati nella cassaforte per volontà dell’ex premier. Ma si tratta di congetture e ipotesi. Di vero c’è sicuramente che la partecipazione di Berlusconi in Fininvest non è diretta ma mediata da quattro holding (H1, H2, H3 e H8). L’ex premier ha anche costituito una società semplice chiamata “Forza 5”. Come il numero di figli. Ma a quanto pare dentro c’è soltanto il possesso di una barca. Da anni sono state smantellate le fiduciarie che schermavano la proprietà. Mentre nell’estate 2022 la Holding Italiana 14 è stata divisa in due. Trasferendo una parte consistente del patrimonio in un’altra società. Dove sono finiti anche gli strumenti finanziari di acquisto per tre manager. Il tutto allo scopo di mantenere “pulito” l’azionariato.

Il silenzio di Marta

Intanto Marta Fascina è in silenzio. Piange Berlusconi, a cui è vicina dall’agosto 2020, data della prima copertina ufficiale di “Chi” che la ritraeva. Classe 1990, Fascina è nata in Calabria a Melito Porto Salvo. Ma è cresciuta a Portici. Dopo la laurea in Lettere ha iniziato a lavorare all’Ufficio stampa del Milan (il suo profilo Instagram richiama ancora il nome della squadra). Poi l’elezione alla Camera nel 2018 e l’entrata in commissione Difesa. Nel marzo dello scorso anno il “non matrimonio” tra i due celebrato nella piccola cappella di Villa Gernetto a Lesmo, in Brianza, alla presenza delle famiglie Berlusconi e Fascina. Ha smentito di volersi appropriare del logo del partito. E di volere in posizioni apicali il suo ex compagno di scuola Tullio Ferrante. Mentre proprio ieri si ventilava la possibilità di una candidatura alle elezioni europee per il padre Orazio. 

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