Berlusconi, il ricordo di Francesco Micheli: «A cena mi disse di fermarmi che arrivava qualche amica, preferii andarmene»
«Berlusconi era un uomo buono. Non avendo mai fatto affari abbiamo avuto un rapporto di amicizia». Sono le parole con cui l’imprenditore Francesco Micheli ricorda in un’intervista sull’edizione milanese di la Repubblica il suo rapporto e affida i propri ricordi personali legati alla figura del Cav. Micheli, nel corso dell’intervista, parla di «fine di un’epoca», sottolineando come «non c’è sia mai stato per nessuno un tributo di partecipazione anche da parte dei suoi nemici come per Berlusconi. Ha commesso alcuni errori forse non accorgendosene, ma è stato un protagonista». All’epoca Micheli venne criticato per aver avuto alcuni rapporti con il Cav «pur non avendo alcun interesse».
Gli incontri di lavoro per Montedison e la battaglia per Mondadori
Il primo incontro tra i due avvenne nel ’71 quando Micheli lavorava per Montedison, ed era l’unico che senza bussare poteva entrare negli uffici personali dell’allora presidente Eugenio Cefis e dell’ad Giorgio Corsi. E Micheli racconta: «Un giorno la segretaria mi chiama disperata. Ci siamo dimenticati che c’è una persona che aspetta da tutto il pomeriggio di essere ricevuta da Cefis. Vado io e mi trovo davanti uno che sembrava un chitarrista con i capelli lunghi dietro che mi salta addosso come un leone impazzito. Lo calmo in tutti i modi e lui se ne va». Si trattava di Silvio Berlusconi. Ci sono stati altri incontri tra i due imprenditori, nel corso degli anni. Micheli ricorda in particolare modo la battaglia tra il Cav e Carlo De Benedetti per Mondadori: «Fui chiamato per tentare di fare la pace. Feci la spola tra Arcore e via Ciovassino e tutte le volte che andavo per mezzora c’erano gli insulti dell’uno contro l’altro. Infatti non riuscii a combinare niente, pur avendo studiato dai preti e avendo un buon uso della conciliazione. Poi, la cosa andò a posto in una settimana quando Andreotti mandò Ciarrapico, questo per dire come vanno certe cose».
La cena ad Arcore con Mario e Vittorio Cecchi Gori
E l’imprenditore e finanziare, nel corso dell’intervista, ricorda anche alcuni aneddoti meramente personali, che non avevano a che fare con il vero e proprio lavoro imprenditoriale. E Micheli racconta che molti anni prima delle cosiddette “cene eleganti”, venne invitato a una cena ad Arcore. Tra i presenti c’erano anche Mario e Vittorio Cecchi Gori: «Ricordo che Berlusconi fece servire champagne dicendo che la sua dottoressa sosteneva che non ingrassa, mentre gli altri vini sì. Dopo il dolce ci disse che se restavamo ci saremmo rilassati un po’, perché arrivava qualche amica». E l’imprenditore puntualizza: «Ricordo che mi alzai e con una scusa dissi che dovevo alzarmi presto il giorno dopo e me ne andai. Non sapevo nulla di queste cose, anche se è noto che fosse un tombeur de femmes».
«Berlusconi non faceva parte del salotto buono, ma non era un cinico che dice “Stai sereno”»
Un altro aneddoto riguarda l’abitudine del Cav di salutare sempre tutti, per creare empatia e connessione sociale, ma non solo: «Salutava tutti, perché sapeva che lo avrebbero raccontato». L’ultimo incontro tra i due avvenne molti anni fa, per un progetto di Umberto Veronesi. E l’ultimo ricordo, Micheli lo riserva a un altro episodio: «Una sera Bettino Craxi aveva riunito a casa alcuni amici. Berlusconi mi incontrò in ascensore e mi consigliò di stare lontano. Berlusconi non ha mai fatto parte del salotto buono, ma non era un cinico che dice “Stai sereno”».