Tassi d’interesse ancora su, Salvini spara a zero su Lagarde: «Danneggia famiglie e imprese per uno zero virgola in meno di inflazione»
La nuova stretta della Bce sui tassi d’interesse, portati oggi a quota 4% con l’ennesimo rialzo di un quarto di punto, fa gelare il sangue a diversi esponenti di peso dalla maggioranza di governo italiana. Consapevoli dell’impatto delle scelte sul costo del denaro tanto per mutui e prestiti di famiglie e imprese quanto per il rientro dal debito pubblico per lo Stato. Ad uscire allo scoperto, ancor prima dell’ufficializzazione della decisione da parte della presidente Bce Christine Lagarde, è stato il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini: «Ho visto le dichiarazioni della scorsa settimana di Lagarde, che ha una responsabilità enorme continuando ad aumentare i tassi. Diceva, come se fosse una cosa normale: “Mi rendo conto che alzando i tassi di interesse noi danneggiamo famiglie e imprese però dobbiamo farlo”», ha rievocato il ministro dei Trasporti. Chiosando severo: «La Bce si rende conto che con la sua politica magari riduce dello zero virgola l’inflazione, però sta danneggiando famiglie e imprese? Mi piacerebbe che la politica economica e infrastrutturale non seguisse solo algoritmi». Sulla stessa lunghezza d’onda la voce che si leva da Forza Italia, il partito orfano da questa settimana del fondatore Silvio Berlusconi: «Esprimo preoccupazione per l’ulteriore stretta monetaria decisa oggi dalla Bce con un nuovo aumento dei tassi. Una scelta controversa che nel nostro Paese penalizza e mette in grande difficoltà famiglie con il mutuo e piccoli e grandi imprenditori e imprese», ha detto il vice-coordinatore del partito Alessandro Cattaneo. Decisamente diversa l’interpretazione data dal Commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, secondo cui la decisione della Bce di alzare ancora i tassi «era largamente prevista nell’ambito della loro strategia di politica monetaria».
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