Il lascito per Fascina, l’eredità di Mediaset, le ultime volontà: cosa c’è nel testamento di Silvio Berlusconi
Il testamento di Silvio Berlusconi verrà aperto nei prossimi giorni. Forse già la prossima settimana. Le decisioni dell’ex premier sulla sua eredità sono attualmente sotto la custodia del notaio Arrigo Roveda dello Studio RLCD di Milano. E se per il lascito a Marta Fascina c’è chi ipotizza la cifra di 50 milioni di euro più alcune case, l’attesa è sulle decisioni che riguardano le aziende. I pretendenti per un eventuale acquisto ci sono. Ma non sembra che per ora la famiglia sia interessata a disfarsi del patrimonio imprenditoriale. Né che ci saranno sorprese nella linea di successione. Il controllo rimarrà saldo nelle mani dei cinque figli di Berlusconi. Che, secondo alcune fonti, ha anche trovato un modo per garantire continuità aziendale e pace in famiglia dopo la sua morte. E c’è anche una stima delle tasse sull’eredità.
Le ultime volontà
Le ultime volontà di Berlusconi sono in mano al notaio storico che ha seguito Fininvest dai tempi delle prime operazioni immobiliari e anche il Milan, quando era di proprietà della famiglia. Nella custodia di Roveda ci sono le disposizioni della successione. E potrebbero rimanere nello studio anche per tutto il week end. Ieri il saluto a sorpresa dei dipendenti a Pier Silvio Berlusconi che rientrava in azienda dopo i funerali del padre è stato l’occasione per confermare il concetto di continuità. Da ora «noi facciamo un click e torniamo a essere un’azienda viva, piena di energia e forza, come è stata tutta la sua vita», ha ribadito l’amministratore delegato di Mfe-Mediaset. Il tema centrale della successione è la divisione di oltre il 60% di Fininvest in capo al fondatore. Se la quota di Silvio Berlusconi venisse assegnata in parti uguali ai cinque figli, la maggioranza della holding di famiglia farebbe riferimento a Barbara, Eleonora e Luigi.
Le holding e l’85%
Se invece la parte di legittima è stata indirizzata verso Marina e Pier Silvio, che da anni sono ai vertici delle società del gruppo, i figli di Veronica Lario avrebbero il controllo di Fininvest. Qualche tempo fa Berlusconi ha destinato il 61% delle Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava ai figli. Marina e Pier Silvio, nati dal primo matrimonio con Carla Elvira Dall’Oglio, dovrebbero ereditare così il controllo di Mediaset. Ma il punto è il diritto di voto all’interno delle holding. Perché da lì passeranno le decisioni importanti. E qui Berlusconi si sarebbe tutelato come Leonardo Del Vecchio fece con la Delfin. Alzando il quorum per le decisioni importanti fino all’unanimità richiesta per la vendita. La partecipazione di Berlusconi in Fininvest non è diretta ma mediata da quattro holding. Numerate come H1, H2, H3 e H8. Da lì partirà l’eventuale spartizione.
I pretendenti
E le aziende? Repubblica scrive oggi che l’interessamento di Urbano Cairo per Mediaset c’è. E l’idea di costituire un polo con Rcs potrebbe far muovere velocemente le acque. Mentre per rispettare le regole del Sistema Integrato di Comunicazione l’editore venderebbe La7 a Discovery. Che con Fazio realizzerebbe così il suo polo “di sinistra”. Nei giorni scorsi Cairo ha rivelato di aver incontrato tre volte Berlusconi per parlare dell’argomento. Ma l’ipotesi non sembra graditissima per la famiglia. Pier Silvio Berlusconi avrebbe fatto notare che la capitalizzazione delle due aziende (1,75 miliardi Mfe, 316 milioni Rcs) suggerirebbe semmai a Mediaset di comprare il Corriere. Ma all’interno della famiglia c’è freddezza anche intorno all’ipotesi Vivendi. Anche per la scalata tentata qualche tempo fa.
L’acquirente
E allora chi potrebbe essere l’acquirente di Mediaset? Per adesso la strategia sarebbe un’altra. Ovvero quella della creazione di un polo delle tv europee. E l’ok arrivato ieri dall’Antitrust austriaco per l’acquisizione di ProsiebenSat sarebbe una dei primi segnali. Niente acquirente, fino a che non arriverà qualcuno in grado di sedersi al tavolo. Anche per dimensioni e struttura. E pure immaginando, eventualmente, non un passaggio di controllo ma una cogestione. Almeno fino a quando sarà possibile. Un’ipotesi che farebbe piacere anche al governo. Che non ha voglia di impelagarsi in discussioni sulle regolamentazioni in quello che nel centrodestra rimane un terreno scivoloso.
Il lascito per Marta Fascina
Rimane il lascito per Marta Fascina. La Stampa scrive che potrebbe ammontare a 50 o 100 milioni di euro. Il Fatto parla di 100-120 milioni e due ville. Ma potrebbero arrivare anche le donazioni di alcuni immobili. E qualcuno, scrive il quotidiano, già la immagina vestale di Villa San Martino. Anche se questo ad oggi sembra francamente un po’ troppo. Il Corriere della Sera aggiunge che uno spezzatino del gruppo rimane improbabile. Ma anche che Banca Mediolanum, una delle partecipazioni, potrebbe sganciarsi da mamma Fininvest. Per finire sotto la gestione dei tre figli Luigi, Barbara ed Eleonora. Le fidejussioni per 90 milioni di Forza Italia invece sarebbero garantite dal patrimonio personale dell’ex premier. E sarebbero anche nominate nel testamento.
L’eredità e le tasse
E le tasse sull’eredità? Il Fatto Quotidiano calcola che la famiglia dovrà pagare tra i 160 e i 270 milioni in totale. Il calcolo parte da un presupposto: la legge prevede un’aliquota del 4% sui lasciti ai discendenti diretti. Ma il problema è la base imponibile. Con il valore contabile l’incasso sarebbe bassissimo visto che le partecipazioni sono a bilancio al costo storico. Ma il fisco calcola il valore effettivo. E allora, ai valori di Borsa, i figli dovrebbero pagare circa 160 milioni. Mentre con le stime di Forbes sul patrimonio (6,4 miliardi) si arriva a 270 milioni. Ma questo solo se Berlusconi decidesse di dare ai figli anche quel 30% di patrimonio di cui può disporre liberamente. I discendenti non diretti devono pagare l’8%. Questa sarebbe l’aliquota applicata anche al lascito per Marta Fascina.