Il patto tra Marina Berlusconi e Giorgia Meloni e il ruolo di Marta Fascina per partito, aziende e governo
Non solo la candidatura di Paolo Berlusconi nel collegio di Silvio a Monza. C’è anche un “patto di reciproca convenienze” tra Marina Berlusconi e Giorgia Meloni nella successione dopo la morte dell’ex premier. Un accordo siglato in queste ore. E che punta a mantenere lo status quo. Ovvero tenere in piedi Forza Italia evitando il fuggi-fuggi dei parlamentari verso FdI e Lega. E che serva anche a puntellare il governo da eventuali scossoni annessi. Ma anche nessuna guerra sull’assetto azionario di Mediaset. Dove i possibili acquirenti rimarranno a bocca asciutta. E nel quale avrà un ruolo anche Marta Fascina. Che potrebbe diventare l'”ambasciatrice” della famiglia presso l’esecutivo e le istituzioni in genere. Un accordo che avrà valore almeno fino alle elezioni europee. Poi i risultati di Forza Italia faranno il resto.
L’accordo tra Giorgia, Marina e Marta
Repubblica racconta che il primo passo l’ha fatto proprio Meloni. Ha ricevuto da Vincent Bolloré, patron di Vivendi, un invito a un incontro attraverso i canali diplomatici. E l’ha rifiutata. O meglio, non ha accolto la richiesta. E non è un caso. Perché le mire su Mediaset (e quelle su Tim) sono note da tempo. E con il rinvio Meloni ha voluto anche mandare un segnale: gli assetti proprietari delle imprese italiane non si toccano senza l’assenso del governo. L’estensione del raggio d’azione della Golden Power è un segnale in questo senso. Ci sarà poco spazio per offerte pubbliche di acquisto ostili. E nessuno spazio per quelle nei confronti di società che hanno concessioni pubbliche. Un patto per Mediaset è necessario anche per Marina Berlusconi. Che non conosce le intenzioni dei figli di Veronica Lario dopo l’apertura del testamento.
La divisione dei ruoli
In questa ottica Meloni invece avrà da Marina la rassicurazione sul destino del governo. Perché la “terza gamba” che lo sostiene deve essere salda. Perdere sette o otto senatori adesso potrebbe mettere in difficoltà l’esecutivo. La figlia primogenita di Silvio quindi svolgerà dietro le quinte il ruolo che sotto i riflettori avrà Antonio Tajani. Nel partito tra l’altro ci sono debiti da ripianare. E l’assistenza della famiglia, se non ci ha pensato l’ex premier nelle ultime volontà, sarà assolutamente necessaria. La terza “zarina”, spiega il quotidiano, sarà invece Fascina. Che ha perso il suo potere, visto che era lei a decidere chi poteva parlare con Silvio e chi no. Ora potrà contare sulla delega di Marina.
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