No al cibo vegano con i nomi “da carne”, la battaglia della La Lega: multe fino a 7.500 euro
Chiamare «bresaola di seitan» un prodotto che non contiene tracce di manzo rappresenta uno sfruttamento indebito della notorietà della carne. Stesso discorso vale per bistecche di tofu, prosciutti vegani. Questo almeno è quello che ritiene la Lega, che ha presentato una proposta di legge alla Camera per evitare che gli operatori del settore alimentare possano «utilizzare denominazioni di vendita che richiamano la carne». La prima firma del provvedimento è quella del deputato Mirco Carloni, il quale ha parlato di «inganno per i consumatori». Nella proposta si sottolinea come «stabilire l’esclusivo uso dei nomi propri della carne e delle sue preparazioni con riferimento ai soli prodotti contenenti proteine di derivazione animale è un’operazione di giustizia sociale». E dunque, sono stati formulati sette articoli che puntano a stabilire le definizioni corrette dei vari alimenti. Così come le sanzioni per chi dovesse ostinarsi a effettuare questa appropriazione di termini dal campo animale. Se la legge dovesse essere approvata, infatti, si parla di una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 500 euro a 7.500 euro.