L’eredità di Berlusconi e il nodo della “legittima”: perché il 20% del testamento sarà decisivo
Sul testamento di Silvio Berlusconi il notaio Arrigo Roveda ha la bocca cucita. Ieri all’AdnKronos il professionista che custodisce le ultime volontà dell’ex premier ha detto che non parlerà dell’argomento. Di certo c’è che il lascito per Marta Fascina c’è: ammonta a una cifra che va dai 50 ai 120 milioni e avrà anche l’aggiunta di alcuni immobili. Ma il nodo più importante riguarda l’eredità dell’ex Cavaliere. E la cosiddetta “legittima”. In base alla quale Berlusconi poteva disporre per la successione di un terzo del patrimonio. E dunque di circa il 20% di Fininvest, ovvero un terzo del 61%, quota di controllo della società. Il resto, spiega oggi il Corriere della Sera, andrà in automatico ai 5 figli. Che saranno destinatari di una quota dell’8% a testa.
Cos’è la legittima in un testamento
La quota legittima o di riserva è quella parte di eredità che la legge garantisce ai soggetti legati alla persona defunta. Come i familiari più stretti. Legittimari o riservatari sono il coniuge, i figli e i loro discendenti. Se questi non ci sono, il ruolo lo assumono i genitori e via via gli altri discendenti meno prossimi. È invece prevista una quota definita “disponibile” che il defunto può devolvere a chi preferisce. Le norme dettate regolamentano la devoluzione dell’intero patrimonio del defunto. In questo ambito Luigi, Barbara ed Eleonora, figli di Veronica Lario, saliranno complessivamente al 46%. Mentre Marina e Piersilvio, figli di Carla Elvira Dall’Oglio, arriveranno al 32%. Ma in questo scenario c’è l’incognita del 20%. Che Berlusconi potrebbe aver destinato in modo da lasciare il governo di Fininvest a chi l’ha condotta finora.
Gli statuti e l’esempio di Del Vecchio
Attualmente il sistema di statuti della galassia proprietaria non prevede maggioranze qualificate o prelazioni. Finché esiste un socio al 61% le liti sono impossibile. Ma, e questa è un’altra novità, invece potrebbero arrivare proprio con il testamento una serie di maggioranze qualificate per il voto su alcuni aspetti. Come la vendita o il trasferimento di azioni. Nei giorni scorsi si è parlato della possibilità di imitare lo schema di Leonardo Del Vecchio nella sua finanziaria Delfin. Lo stesso Berlusconi, aggiunge il quotidiano, potrebbe aver previsto nel testamento quote “cuscinetto” tra due blocchi azionari. Che potrebbero finire nelle mani di un garante. Anche perché Berlusconi ha 16 nipoti. E anche quelli prima o poi entreranno nell’asse ereditario.