Il santuario in Romania che può accogliere l’orsa Jj4: «Offre benessere e sicurezza»
Da Casteller alla Romania. Questo è il percorso che potrebbe seguire l’orsa Jj4, attualmente in cattività nella struttura trentini che molti animalisti considerano una alla stregua di prigione con l’accusa di aver ucciso il 26enne Andrea Papi, trovato morto in un bosco nei primi giorni dello scorso aprile. L’animale, oggetto di diverse ordinanze di abbattimento, tutte sospese, dovrà attendere il 13 luglio per conoscere il proprio destino. E potrebbe farlo nel Libearty Sanctuary di Zarnesti, nella Romania centrale. Si tratta di un centro specializzato, il più grande al mondo per gli orsi. Ad effettuare un’ispezione per verificarne l’idoneità è stato Rainer Schneider, veterinario e direttore sanitario del Cras «Stella del Nord» della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che ha trasmesso la sua opinione all’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente presieduto dall’onorevole Michela Vittoria
Brambilla.
Il santuario per orsi di Zarnesti
«Per due giorni ho avuto l’occasione, emozionante, di visitare l’area di 80 mila quadrati, che ospita 120 orsi, salvati da una vita di terribili abusi e cattività», racconta Schneider citato dal Corriere della Sera. Si tratta di una struttura visitabile, ma non di un zoo, dato che ad ammettere curiosi umani sono solo il 30% degli spazi del centro gestito da Cristina Lapis e dal marito fin dalla sua fondazione nel 2008. La coppia ha già un proposta per il nuovo nome di Jj4: «Speranza».
L’orsa avrebbe a disposizione un proprio recinto, ubicato nella sezione anagrafica adatta. Da lì sarebbe libera di muoversi nell’area principale, dove la maggior parte degli orsi convive in armonia, videosorvegliata 24 ore su 24. Il perimetro della struttura è elettrificato, i maschi sono sterilizzati per evitare conflitti durante la stagione degli amori. La dieta è principalmente a base di frutta e sono presenti piscine dove gli animali possono giocare e rinfrescarsi. «Non ho osservato episodi di aggressività», aggiunge il veterinario.
Un centro anche in Italia?
L’ipotesi del trasferimento è stata portata sul tavolo dalle associazioni animaliste Oipa, Enpa, e Leidaa. In caso si acconsentisse, Jj4 sarebbe prima portata in un’area per l’ambientamento e poi rilasciata nella zona principale. Un camion attrezzato del centro romeno si occuperebbe del trasporto fisico. Ma si tratterebbe quasi di uno studio, con l’obiettivo di replicare il centro anche in Italia . «Sono contraria ai trasferimenti degli orsi.
Il Libearty — spiega l’onorevole Brambilla — è un luogo adatto, ma altri orsi del Trentino inviati all’estero non vivono in condizioni ottimali. Da amanti degli animali vorremmo rimanessero dove sono nati, sotto il controllo di nostri esperti, protetti dalle nostre leggi e dalle norme internazionali di cui l’Italia garantisce il rispetto». Intanto il santurio romeno potrebbe offrire il santuario «adeguate condizioni di benessere e sicurezza».
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