Arrestato per aver ucciso la fidanzata in Svezia nel 1995, il pizzaiolo di Sanremo: «Me lo aspettavo, ma sono innocente»
Dopo uno stallo lungo 28 anni, le indagini sulla scomparsa di Sargonia Dankha, una 21enne di origini irachene uccisa in Svezia nel 1995, sono finalmente arrivate a una svolta. Ieri, Salvatore Aldobrandi – 73 anni, residente a Sanremo – è stato arrestato dalla polizia giudiziaria del tribunale di Imperia. Le accuse sono di omicidio volontario aggravato da motivi abietti e futili e soppressione di cadavere. Secondo la procura ligure è lui il responsabile dell’omicidio di Sargonia Dankha. Nonostante anni di indagini, il corpo della giovane non fu mai ritrovato e la sua sparizione è rimasta un mistero per quasi trent’anni. La svolta è arrivata quando la famiglia di Dankha, da anni alla ricerca della verità su quanto accaduto, ha sporto denuncia alla procura di Imperia. All’epoca, infatti, pare che Aldobrandi avesse una relazione altalenante con la giovane donna, ma le autorità svedesi non sono mai riuscite a processarlo per omicidio in mancanza del cadavere della vittima.
La riapertura del caso in Italia
A seguire il caso in Italia sono il procuratore capo di Imperia, Alberto Lari, e i sostituti Maria Paola Marrali e Matteo Gobbi. Quest’ultimo è volato in Svezia, dove ha recuperato i faldoni delle indagini svolte dai colleghi svedesi e li ha portati in Italia. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Aldobrandi – che gestiva un ristorante a Linköping, nel Paese scandinavo – avrebbe ucciso la ragazza in occasione del loro ultimo incontro, per poi nasconderne il corpo. Ora la procura di Imperia sostiene che «le prove contro di lui sono schiaccianti». Nonostante i problemi cardiaci e l’età ormai avanzata, l’uomo lavora come pizzaiolo a Sanremo. Quando ha ricevuto la visita della polizia giudiziaria, Aldobrandi ha risposto così: «Me lo aspettavo, ma sono innocente». Il 73enne ha origini calabresi e si sarebbe trasferito a Sanremo nel 1996, dopo aver trascorso alcuni mesi in carcere in Svezia, dove era stato accusato di aver ucciso Sargonia Dankha. In Svezia, però, non si può arrivare a giudizio in assenza di cadavere. Perciò l’uomo non fu mai processato e lasciò il Paese.
Le indagini in Svezia
Qualche anno fa, la famiglia della vittima ha deciso di affidarsi a un avvocato milanese, che è riuscito a riaprire il caso e portare le indagini a una svolta. Da anni i familiari della ragazza sono convinti che sia stato Aldobrandi a far sparire Sargonia. Nel 2016, nel corso di una trasmissione televisiva trasmessa in Svezia, il fratello aveva dichiarato: «Non capisco, con tutte le prove che ci sono, come si possa lasciare libera quella persona». Mentre il capo della sezione investigativa della polizia del posto, Jan Staaf, aveva aggiunto: «Sappiamo che quella era la strada giusta». Nel corso delle indagini, i poliziotti svedesi trovarono sangue e capelli della donna nel bagagliaio di una Ford Escort rossa usata da Aldobrandi. Nel 2002, i detective svedesi annunciarono anche che il presunto assassino si era avvalso dell’aiuto di alcuni complici, che lo avrebbero aiutato a far sparire il corpo in una discarica.
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