Bambina scomparsa a Firenze, le speranze sul ritrovamento: «Kataleya forse è ancora viva». Nuova ispezione all’ex hotel Astor con gli autospurghi
Lo sgombero dell’ex hotel Astor a Firenze ha messo un punto fermo sulla scomparsa di Kataleya Alvarez. Droni, telecamere termiche e sonde non hanno trovato traccia della bambina. E durante il setaccio è spuntata una “stanza segreta“. Oltre a un cellulare, ritrovato in un cassonetto. Una telecamera di proprietà di una ditta che sta svolgendo lavori lì vicino potrebbe raccontare cosa è successo alla bambina. Mentre Luciano Garofalo, ex capo dei Ris di Parma e oggi consulente di Sharon Matteoni e Filippo Zanasi, nuovi avvocati della famiglia di Kata, dice che c’era in atto una guerra tra gruppi per il controllo delle camere dell’albergo e che la bambina potrebbe essere ancora viva. Intanto stamattina è ripresa la maxi ispezione dei reparti speciali dei carabinieri, tra cui Ros, Gis e Sis, nell’hotel Astor. Sono presenti anche due autospurghi per i pozzi neri.
La maxi perquisizione
Le operazioni odierne dovrebbero completare il programma di controllo approfondito della struttura e delle sue pertinenze cominciato nella giornata di domenica. Nel frattempo l’ex albergo, ora sotto sequestro, continuerà ad essere presidiato dalle forze dell’ordine. Sul posto anche la pm Christine von Borries. Le ricerche hanno interessato, in particolare, la parte superiore del grande immobile, dove sono stati smontati i controsoffitti. Le ispezioni si sono concentrare poi su tombini, anfratti, cunicoli, tubazioni, pozzetti, e un sottotetto, anche normalmente non accessibili. Controllato anche il vano delle fondamenta del palazzo. Qui gli investigatori avrebbero usato una fresa per entrare nelle fondamenta dell’edificio. L’albergo nel tempo avrebbe subito diverse modifiche e presenta anche anfratti difficilmente raggiungibili. Sono 132, tra le quali 42 minori, le persone che vivevano dentro l’immobile censite nello sgombero.
«Il rischio c’era»
Garofalo spiega oggi in un’intervista al Quotidiano Nazionale che «in base all’esperienza e a quello che ho visto il rischio che la bimba potesse essere stata nascosta lì dentro c’era. E le operazioni dei carabinieri del Gis e del Ros andavano fatte perché non si può lasciare niente di intentato in un caso di minori». Per l’ex carabiniere «il tempo trascorso va nella direzione di esiti purtroppo gravi, delittuosi». Ma «ancora non è detto. La bambina potrebbe essere ancora viva». I consulenti degli avvocati hanno chiesto di effettuare un loro sopralluogo. Il permesso lo attendono per domani o dopodomani. Ma le domande restano sul tavolo: «È un caso di pedofilia, trasferimento all’estero di un bambino, legato solo al racket? È troppo presto. Sappiamo cosa è accaduto di Denise Pipitone e Angela Celentano per caso?».
L’indagine dell’Antimafia
La Direzione Distrettuale Antimafia indaga per sequestro di persona a scopo di estorsione. Tra le piste battute dagli investigatori c’è l’ipotesi che Kata possa essere stata rapita per una questione di regolamento di conti fra bande di sudamericani (peruviani e ecuadoregni) e romeni all’interno dell’ex hotel occupato che controllavano il racket degli affitti (da 500 a 1.500 euro per stanza). Un’eventualità di cui avrebbe parlato il padre di Kata Miguel Angel Ramon Chiclio Romero, che fino a lunedì 12 giugno era rinchiuso nel carcere di Firenze per una condanna per furto. Una residente nei giorni scorsi aveva detto ai giornalisti che la famiglia «sa tutto». Il padre ha spiegato che secondo lui si tratta di un rapimento pianificato.
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