«Pratiche ingannevoli»: le autorità Usa fanno causa ad Amazon. La risposta del colosso: «Accuse false, gli utenti amano Prime»
Abbonamenti facili senza consenso e disdette impossibili. Con questa accusa la Federal Trade Commission vuole portare in tribunale Amazon, per aver utilizzato pratiche scorrette e ingannevoli con l’intento di far registrare a Prime i consumatori, rendendo poi complessa la cancellazione. Accuse che l’azienda di Jeff Bezos respinge: «Affermazioni false». «Amazon ha ingannato e intrappolato la gente in abbonamenti senza il loro consenso, frustrando e costando significative somme di denaro agli utenti», ha dichiarato la presidente dell’autorità indipendente statunitense Lina Khan. Secondo l’agenzia, il colosso avrebbe progettato il proprio sito per spingere il consumatore attraverso i cosiddetti «dark patterns» – percorsi oscuri, nascosti – a compiere azioni non intenzionali, come la sottoscrizione all’abbonamento, rendendo poi molto più difficile riuscire a portare a termine il processo di cancellazione, volutamente complesso. Khan aveva già criticato in passato la multinazionale ma questa è la prima causa della Federal Trade Commission contro Amazon sotto la sua direzione, iniziata nel giugno 2021. L’azione legale dell’autorità indipendente rientra nello sforzo più ampio nel contrasto allo strapotere delle multinazionali, dopo i provvedimenti contro Meta per aver acquisito i concorrenti Instagram e WhatsApp con l’accusa di ritrovarsi in una situazione di monopolio, e contro l’accordo da 70 miliardi di dollari di Microsoft per l’acquisizione della casa di videogiochi Activision Blizzard.
La risposta dell’azienda di Jeff Bezos
Ma non si è fatta attendere la replica dell’azienda di Jeff Bezos, che respinge tutte le accuse e le bolla come «false». Nessuna macchinazione, nessuna architettura malevola del sito. «Le affermazioni della Federal Trade Commission sono false sia dal punto di vista dei fatti che dal punto di vista legale. La verità è che i clienti amano Prime, e il nostro servizio è progettato affinché possa essere facile e chiaro sia iscriversi che cancellare l’iscrizione a Prime», si legge in una nota diffusa dalla multinazionale. Nel comunicato, anche il malumore per non esser stati avvisati in tempo di quanto stava accadendo, mentre erano in corso colloqui con l’ente. «Ci preoccupa anche il fatto che la Federal Trade Commission abbia annunciato questa azione senza averci fornito alcun preavviso, mentre stavamo discutendo con personale della FTC per supportare la piena comprensione dei fatti, del contesto e delle questioni legali, e senza avere avuto l’opportunità di parlare con i Commissari stessi prima dell’avvio della causa», si conlude la nota, «sebbene l’assenza di questo tipo di coinvolgimento sia estremamente deludente, siamo fiduciosi di poter dimostrare la nostra posizione in tribunale».
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