Mes, maggioranza e governo disertano la commissione alla Camera: il testo della ratifica è approvato con i voti dell’opposizione
Allungare i tempi. Allungarli ancora. È la strategia esplicita sulla quale, da tempo, punta il centrodestra riguardo al Meccanismo europeo di stabilità. Per Fratelli d’Italia e Lega, a un estremo c’è un elettorato svezzato con lo scetticismo sul Mes, difficile da scontentare. All’altro estremo, le pressioni di Bruxelles e il difficile equilibrio che Giorgia Meloni sta cercando affinché, nella partita della ratifica, rientrino alcune concessioni sul Pnrr e una linea morbida sulla definizione del nuovo Patto di stabilità. In questo scenario va inquadrata l’assenza dei partiti di centrodestra e del rappresentante del governo dai lavori della commissione Esteri. Il provvedimento che prevede la ratifica dell’intesa di modifica del Trattato istitutivo del Mes, dunque, è stato approvato con i voti delle opposizioni, da Partito democratico, Terzo polo e +Europa. Presenti, ma astenuti, i deputati del Movimento 5 stelle e Alleanza verdi e sinistra. Adesso il testo base passerà dalla commissione Bilancio per riceverne il parere, poi tornerà nella Esteri, dove sarà votato il mandato al relatore e, infine, approderà nell’Aula di Montecitorio il 30 giugno. «La destra non ha avuto il coraggio di venire in commissione», ha incalzato la Dem Lia Quartapelle. «Questa destra è così: abbandonano la barca appena devono prendersi la responsabilità di decidere per l’Italia».
Ancora più dure le critiche del deputato renziano, Davide Faraone: «Il Mes è diventata la bandiera per dimostrare che Meloni è rimasta sempre la stessa. Ma quella bandiera potrà essere ammainata se l’Europa, in cambio della firma al trattato, sarà disposta a chiudere un occhio sul disastro combinato sul Pnrr o in cambio di una riforma del Patto di stabilità che ci dia libertà per agire in deficit. Così l’Italia non è un Paese autorevole che ottiene risultati in nome della sua autorevolezza ma un Paese che vuole continuare a sbagliare chiedendo all’Europa di distrarsi, di chiudere un occhio. Non rimpiango sicuramente il sovranismo della Meloni ma questa nuova versione di sovranismo straccione, disponibile a mettere in gioco la credibilità del nostro Paese, il futuro delle nuove generazioni, pur di ottenere un vantaggio immediato da scambiarsi in campagna elettorale, preoccupa parecchio». Benedetto Della Vedova di +Europa, nella passata legislatura sottosegretario agli Esteri e adesso membro dell’omonima commissione, ha detto che Meloni è «ostaggio della sua recente propaganda antieuro e oggi certifica in modo autolesionista di fronte all’Europa e ai mercati la propria incapacità di uscire dalla propaganda e di assumere una qualsiasi decisione». Alla maggioranza e al governo, «pavidi e irresponsabili», ha chiesto di «presentarsi il 30 giugno con una posizione, evitando ulteriori tentativi di rinvio».
Le posizioni di Salvini e Tajani
Seppure la tattica del centrodestra di non partecipare ai lavori della commissione potrebbe far trasparire una certa compattezza, le posizioni all’interno della maggioranza sono diverse. La Lega, ad esempio, avrebbe voluto affossare già con il voto di ieri in commissione il testo per la ratifica dell’intesa sul Mes. Poi si è optato per il rinvio ad oggi e il non presentarsi in commissione. Forza Italia, invece, ha una parere favorevole sull’adesione all’organizzazione intergovernativa. Matteo Salvini, in mattinata, ha spiegato anche che il via libera del ministero dell’Economia, secondo cui la ratifica non comporta rischi nella ratifica, è semplicemente un giudizio tecnico. Sul Mes decide il Parlamento. «Se arriverà la discussione in Parlamento, lì si voterà. Quella del ministero dell’Economia è un’opinione tecnica. Tecnicamente uno può fare i conti per quello che è il bilancio pubblico, poi politicamente tutto il centrodestra, da Meloni al sottoscritto, ha sempre ritenuto che in questo momento il Mes non è uno strumento utile per il Paese». Antonio Tajani, dopo l’assemblea dei gruppi parlamentari forzisti, ha spiegato così le differenze tra gli azzurri e il resto della coalizione: «Noi di Forza italia abbiamo sempre detto che eravamo favorevoli all’utilizzo del Mes quando c’era la pandemia, poi è arrivato il Recovery Plan e il Mes non è più servito. Noi di Forza Italia abbiamo delle riserve non sul Mes in quanto tale, ma sul regolamento del Mes, che è un regolamento che non pone alcun controllo al fondo. Rischiamo che gli Stati più grandi decidano di fatto la strategia, mentre noi chiedevamo da sempre un controllo del Parlamento europeo e della Commissione europea, come avviene per la Bce».
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