Sommergibile Titan, le ricerche continuano mentre l’ossigeno sta per finire
È scomparso domenica scorsa e da allora è iniziato un frenetico conto alla rovescia per ritrovare il pilota e i cinque ospiti a bordo. Novantasei ore dopo, sul Titan – il piccolo sommergibile per escursioni nelle profondità marine della OceanGate – le riserve teoriche d’ossigeno sono finite, o agli sgoccioli. Aerei, veicoli subacquei a comando remoto e una nave di superficie dotata di sonar: le ricerche stanno andando avanti senza sosta da 4 giorni, su un’area che è diventata sempre più ampia e a enormi profondità. Ma del piccolo natante ancora non c’è traccia. «Dobbiamo rimanere ottimisti e fiduciosi», aveva detto mercoledì il capitano della Guardia Costiera statunitense Jamie Frederick. E così le ricerche proseguono, nonostante le difficoltà estreme delle operazioni e le flebili speranze di ritrovare Titan.
Le ricerche
Una piccola speranza si era invece accesa quando un aereo militare canadese P3 coinvolto nelle ricerche aveva infatti riscontrato dei rumori nel sito di ricerca, al largo di Terranova nell’Oceano Atlantico. Le verifiche però non hanno portato a nessun esito, e Frederick ha ammesso che non è chiara la natura di questi rumori. Accanto all’enorme relitto è facile perdere l’orientamento, i rumori sono molti e diversi, ma quello che aveva fatto sperare i soccorritori era la rilevazione di un battito ritmico. Ma appunto, non è chiaro cosa lo abbia provocato. L’area delle ricerche si è progressivamente estesa, ha superato i 20mila chilometri quadrati, il capo delle Guardia Costiera aveva sottolineato come si stesse ispezionando un’area grande due volte quella del Connecticut. Le ridotte dimensioni del mezzo, grande come un minivan, rendono difficilissima la sua individuazione anche se fosse in superficie. Ma non solo: anche in quel caso, i passeggeri a bordo non potrebbero uscire perché è sigillato con bulloni dall’esterno, impedendo agli occupanti di fuggire senza assistenza anche in caso di emersione. Secondo gli esperti, una volta individuato agli operatori servirebbero circa 4 ore per recuperarlo e far uscire i cinque ospiti a bordo.
Le riserve d’ossigeno
Novantasei ore d’aria. Forse più, forse meno. Sono tanti i fattori che influenzano le riserve d’aria all’interno del Titan. Come spiega l’agenzia di stampa Reuters, il sommergibile sarebbe partito, secondo l’azienda, con 96 ore di aria. La durata effettiva, secondo gli esperti, dipende però da vari fattori, come la presenza o meno di energia nel sommergibile e la calma delle persone a bordo. Tuttavia, il conto alla rovescia per l’esaurimento dell’ossigeno rappresenta solo una scadenza ipotetica, supponendo che la nave dispersa sia ancora intatta, e che non sia intrappolata o danneggiata in profondità sul fondo del mare o in prossimità di esso.
Chi c’è a bordo
Il Titan, gestito dalla statunitense OceanGate Expeditions, ha iniziato la discesa alle 8 del mattino di domenica, ora locale. Ha perso il contatto con la sua nave di supporto in superficie verso la fine di quella che avrebbe dovuto essere un’immersione di due ore verso il relitto del Titanic, in un angolo remoto del Nord Atlantico. Il capo di OceanGate, l’americano Stockton Rush, è a bordo del suo Titan e lo ha pilotato – la moglie è discendente di due passeggeri morti nel naufragio del Titani. Con lui ci sono Hamish Harding, un ricco uomo d’affari britannico di 58 anni, lo specialista francese del Titanic Paul-Henri Nargeolet, 77 anni, il magnate pakistano Shahzada Dawood di 48 anni con il figlio Suleman di 19 anni, entrambi di nazionalità britannica.
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