Scontro tra Thales e Leonardo su una partita di radar in Vietnam, commessa bloccata. Le accuse francesi all’Italia
Una commessa da 15 milioni di euro, inizialmente affidata alla francese Thales e in seguito bloccata grazie all’intervento di Leonardo, sta accendendo la tensione tra Francia e Italia in Vietnam, ex colonia francese ma ovviamente centro d’interesse, in quanto economia emergente, anche per l’Italia. Sul tavolo la realizzazione di cinque impianti radar per gli aeroporti civili del paese, richiesta dall’azienda pubblica Vietnam Air Traffic Management Corporation (Vatm), di proprietà del ministero dei Trasporti e controllata dall’aviazione civile Civil Aviaton Authority of Vietnam (Caav). Gli aeroporti interessati sono Noi Bai ad Hanoi, Cam Ranh, Vinh, Ca Mau e Quy Nhon.
La gara è stata lanciata in piena pandemia (novembre 2021) e le buste sono state aperte a dicembre 2022. Thales è risultata vincitrice della commessa ma Leonardo, nel suo ramo Divisione Elettronica, ha avviato una interlocuzione con l’ente di controllo del traffico aereo vietnamita per contestare l’assegnazione e sostenere la bontà del proprio progetto, anche perché i radar proposti dall’Italia sono già funzionanti in circa 100 aeroporti. L’azione di Leonardo (nel ramo ex Alenia) per una serie di circostanze legate anche alla stabilità politica del governo Vietnamita sta riuscendo a tenere bloccato l’affare fino ad ora.
Gli elicotteri
Tra l’altro il rapporto tra l’azienda italiana e quella francese è complesso, perché se su alcuni dossier sono in competizione, su altri c’è ampia cooperazione: Thales e Leonardo fanno parte di una joint venture, la Thales Alenia Space – 67% a Thales e 33% a Leonardo – considerata il principale operatore satellitare in Europa e che proprio in Vietnam a marzo ha ricevuto una commessa per la produzione di una stazione “Meoulut Next Ground Station” che opererà da terra nella ricerca e soccorso in mare di imbarcazioni in difficoltà (il Vietnam affaccia sul Mar Cinese Meridionale ed ha e avrà un ruolo strategico nei tesi rapporti tra Stati uniti e Cina). Sempre a proposito di elicotteri, però, Leonardo si sta muovendo da sola, stavolta col suo ramo AgustaWestland, nella gara per una nuova fornitura di elicotteri militari al paese, sfruttando le difficoltà di Mosca e Kiev, visto che gli elicotteri attualmente in uso ad Hanoi sono stati prodotti in Ucraina e la Russia è lo storico fornitore militare. Il governo indocinese è intenzionato a rinnovare la flotta di elicotteri militari nei prossimi anni, investendo circa 2 miliardi, e all’affare sono particolarmente interessati tanto AgustaWestland quanto Airbus Helicopter.
L’uomo d’affari francese (che però rappresenta l’Italia)
A innervosire i francesi sarebbe stata anche la presenza ai tavoli di trattativa, in rappresentanza dell’italiana Leonardo, di un uomo d’affari con passaporto francese e vietenamita, Jean Pierre Gerbet, titolare di una società di consulenza basata ad Hong Kong e gestore di un hotel in Vietnam, La Veranda. Informalmente, però, una fonte italiana vicina al dossier puntualizza che Geberet «è stato assunto come consulente» e che l’azienda aveva bisogno di un rappresentante in loco che curasse i suoi affari «soprattutto nel periodo della pandemia», quando era difficile persino programmare gli spostamenti in aereo. A bloccare la prosecuzione del contratto, firmato ad ottobre dai francesi e ora nuovamente in stallo, anche la sostituzione del ministro competente, Nguyen Van The, sostituito da Nguyen Van Thang. «Nulla di poco chiaro», spiega ad Open l’ambasciatore italiano in Vietnam Antonio Alessandro: «In un paese come il Vietnam che si avvia a diventare una compiuta economia di mercato è normale che possano esserci competizioni tra aziende».
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