Pride 2023, l’onda arcobaleno invade Milano: «Il governo Meloni non tutela i nostri diritti» – Il video
L’onda arcobaleno invade Milano. Sono oltre 300mila le persone che hanno preso parte al Pride 2023 nel capoluogo lombardo, secondo quanto stimato dagli organizzatori. La testa del corteo è arrivata nella piazza dell’Arco della Pace dove sul palco si susseguono gli interventi degli esponenti della comunità Lgbtq+ e delle istituzioni. Ma sono ancora tante le persone che stanno sfilando per le vie di Milano e che devono ancora raggiungere la piazza. «Siamo tanti e non abbiamo paura», dice a Open un manifestante. «Quest’anno la regione Lombardia ha tolto il patrocinio all’evento, eppure noi siamo qua, non ci interessa», ribadisce, sottolineando inoltre che il «governo Meloni non tutela affatto i diritti della comunità Lgbtq+». Presenti alla manifestazione, partita dalla stazione Centrale di Milano, anche le Famiglie Arcobaleno e Arcigay: al corteo è infatti presente il trenino che ospita le famiglie omogenitoriali per rilanciare la battaglia per il riconoscimento dei figli, dopo le sentenza di ieri – venerdì, 23 giugno – del tribunale di Milano che ha annullato la trascrizione di un atto di nascita di un figlio avuto da due padri all’estero con la maternità surrogata. «L’amore non si annulla in tribunale», si legge su uno striscione.
Per Arcigay, il 2023 è un anno che «ha riportato sulla cronaca l’emergenza Lgbt+ e i diritti delle minoranze. Quest’anno più di sempre ci ricordiamo che il Pride è un atto politico, una manifestazione di orgoglio e visibilità per la nostra comunità. Oggi più che mai è importante esserci, non staremo nell’ombra», ha detto Alice Redaelli presidente Cig Arcigay Milano, al Pride Milano. «La strumentalizzazione del governo sulla Gestazione per altri – ha concluso – è ideologica, un’omofobia malcelata. Alla Gpa ricorrono per l’80% coppie eterosessuali. Il fatto che se ne parli solo in contesti Lgbt+ vuol dire che forse il problema per queste forze reazionarie è che ci siano due mamme e due papà, non tanto la pratica in questione».
Schlein: «Con questo governo siamo in pericolo di regressione sui diritti»
Presente alla manifestazione che dalla Stazione Centrale di Milano raggiungerà l’Arco della Pace, anche la segretaria dem Elly Schlein, secondo cui il Pride di Milano «chiama ancora più l’orgoglio nel continuare a lottare per il pieno riconoscimento dei diritti delle persone Lgbt. Siamo in pericolo di regressione sui diritti, non solo in Italia con questo governo, ma anche in Europa», ha detto Schlein. «Vedere piazze così partecipate dall’onda Pride è un motivo di speranza, di orgoglio, di continuare ad andare avanti – ha continuato -. Il Pd sarà in tutti i luoghi dove si difendono i diritti e si chiede una legge contro l’odio». Insieme alla segretaria dem anche Alessandro Zan che ribadisce come il Pride sia «una grande manifestazione pacifica dove le persone sono arrabbiate. Il governo di destra di Giorgia Meloni sta attaccando i diritti delle famiglie arcobaleno e dei loro figli. Ecco perché il Pride è una manifestazione di resistenza», ha detto Zan. «Con l’iniziativa della procura di Padova e di altre Procure, – continua – bambini di 6 anni rischiano di perdere una mamma per decreto, è vergognoso – ha aggiunto – usare le vite delle persone per speculare elettoralmente è ignobile». Insomma, «noi stiamo dalla parte giusta della storia perché parliamo di vite – ha concluso – penso che questa sia una grande ingiustizia. I figli di questo Paese devono avere tutti gli stessi diritti».
Presente al corteo anche Cgil: «Siamo qui perché condividiamo la piattaforma del Pride in una fase di oscurantismo molto forte che peggiora le condizioni di lavoro delle persone che hanno un orientamento sessuale diverso e che sono oggetto di discriminazioni sui posti di lavoro», ha sottolineato Luca Stanzione, segretario Cgil Milano, al Pride Milano secondo il quale «su tutti i temi è necessario aprire una riflessione nel Paese provando a tenerlo unito, il Paese, senza caccia alle streghe. Avendo a cuore la vita e i diritti delle persone».
Video di Ygnazia Cigna
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