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Dagli amici di Putin ad Artem Uss: la lista miliardaria dei beni congelati agli oligarchi russi in Italia

26 Giugno 2023 - 09:17 Ygnazia Cigna
vladimir putin russia disastro economico
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Yacht, ville e auto. La prima ricognizione pubblica dei beni entrati nel mirino del Demanio. Ma c'è anche chi è riuscito a scamparla

Da quando è iniziata la guerra in Ucraina il 24 febbraio sono stati congelati 8 yacht e altrettante aziende, 5 aerei, 38 ville e centinaia proprietà immobiliari, decine di auto e una tantissimi soldi depositati sui conti correnti. Il tutto – in mano a 24 russi e a 4 società – per un valore vicino ai due miliardi di euro. È quanto emerge dai dati rivelati dal consorzio europeo di giornalismo e da Domani. Si tratta di una prima ricognizione di questo tipo. In Italia, infatti, la lista dei beni congelati non è pubblica è non può essere visionabile neanche a fronte di una richiesta ufficiale. L’inchiesta di Domani, svolta assieme alla ong tedesca Cifar e al network di giornalismo investigativo Eic nell’ambito del progetto investigativo RussianEscape, ha inoltre messo in luce come diversi magnati hanno adottato alcune strategie. Qualche oligarca, infatti, in questi mesi è riuscito a svignarsela. Gran parte di loro sono amici di Vladimir Putin.

I beni congelati agli amici di Putin

Tra gli amici stretti del presidente russo a cui hanno congelato beni in Italia c’è Boris Rotenberg, azionista della Gazprom Drilling e co-proprietario del gruppo Sgm. A Rotenberg hanno bloccato immobili in Costa Smeralda e il 50% della Aurora 31 Srl. Nel mirino dell’Agenzia del Demanio, spiccano poi due yacht dal valore di oltre un miliardo di euro. Uno appartiene ad Andrey Melnichenko, proprietario di Eurochem e Suek, mentre l’altro è dello storico collaboratore di Putin, Eduard Khudaynatov. Inoltre, un team di giornalisti russi del dissidente Alexei Navalny ha rivelato che, nonostante lo yacht risulti appartenere a Khudaynatov, in realtà sarebbe a disposizione proprio del presidente russo.

Ma c’è chi è riuscito a scamparla

Tra chi, invece, è riuscito a svignarsela c’è Dmitry Mazepin, capo del gruppo Uralchem. Lui e il figlio Nikita sono riusciti a portare i due yacht di loro proprietà fuori dalle acque europee prima che le autorità italiane potessero intervenire. Tutto grazie alla Chemical Invest Limited, che si basa nel paradiso fiscale inglese del Jersey. I due yacht sono, infatti, intestati a Jersey. Ciononostante, la finanza italiana ha sanzionato la famiglia Mazepin per aver violato le norme sui congelamenti, le quali prevedono il divieto di trasferire i beni.

Non solo yacht. E spunta ancora Artem Uss

Ma non solo imbarcazioni. Tra i numerosi beni bloccati dall’Italia ci sono anche tantissime ville. E Mazepin, ad esempio, è considerato il proprietario di una villa a Romazzino, in Sardegna, che risulta essere controllata dalla società cipriota Ferimod Ivested Limited. Vale 105 milioni di euro e Mazepin, in questo caso, non è riuscito a evitare il congelamento come successo invece con lo yacht. Infine, tra i tantissimi nomi dei proprietari dei beni congelati spicca ancora una volta quello di Artem Uss, l’imprenditore russo fuggito dall’Italia durante i domiciliari.

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