Prof colpita dai pallini in classe a Rovigo, Valditara: «Gli ispettori non bastano, interverremo sul voto di condotta»
Giuseppe Valditara torna sulla vicenda della scuola di Rovigo, l’Itis Viola Marchesini, dove l’11 ottobre scorso alcuni studenti hanno sparato con una pistola ad aria compressa contro la docente Maria Cristina Finatti. Il caso ha generato numerose polemiche in questi giorni dopo che i due ragazzi responsabili dell’aggressione sono stati promossi con il 9 in condotta e la media dell’8. «Considerando che mi ha lasciato perplesso, ho mandato un’ispezione, stiamo esplorando quali margini di manovra può avere il ministero. Ma non basta mandare gli ispettori, interverremo anche sul voto di condotta», ha dichiarato il ministro dell’Istruzione e del Merito.
Il (mancato) valore del voto di condotta e come vuole intervenire il ministro
Già nei giorni scorsi, Valditara si era detto contrario a questa decisione degli insegnanti, denunciando il «messaggio diseducativo» che trapelava tra le righe e chiedendo una relazione dettagliata sulle motivazioni che hanno portato a questa scelta. «Ci dovrà essere un ripensamento sul significato e sul ruolo, all’interno dell’anno scolastico, del voto di condotta», fa sapere oggi, 27 giugno, intervenendo all’evento Futuro Direzione Nord a Milano. Non è chiaro se il ministro abbia realmente intenzione di agire direttamente sul voto dei due ragazzi della scuola o se voglia intervenire con una riforma per gli istituti tecnici. «Vi annuncio che fra non molto vareremo una riforma importante in questo settore. A parte qualche posizione estrema critica, il consenso è traversale geograficamente e in alcuni casi anche politicamente. Una grande riforma dell’istruzione tecnico-professionale è quello che ci serve per dare una chance a tanti ragazzi», ha spiegato Valditara.
«Agli insegnanti verrà garantita l’assicurazione contro gli infortuni»
Soddisfatto, invece, della scelta degli insegnanti del liceo milanese di Abbiategrasso dove lo studente che ha accoltellato una prof è stato espulso e bocciato. «Finalmente c’è una statistica del personale della scuola aggredito, quindi noi siamo in grado di sapere ogni mese quanti docenti vengono aggrediti. Abbiamo previsto la difesa legale e abbiamo diverse richieste di attivazione dell’avvocatura dello stato, chi è aggredito potrà utilizzarla», aggiunge il ministro Valditara. «Nei casi più gravi e se c’è coscienza e volontà ci sarà anche lo Stato che si costituirà parte civile. Agli insegnanti verrà garantita l’assicurazione contro gli infortuni che era preclusa al personale della scuola ed è invece garantita a tutto il pubblico impiego», conclude.
La vicenda di Rovigo e il cortocircuito educativo
I fatti di Rovigo risalgono allo scorso ottobre, quando la professoressa Finatti è stata presa di mira da due colpi di una pistola ad aria compressa, che l’hanno ferita a un occhio e alla testa. La scena è stata ripresa da alcuni alunni ed è stata poi diffusa in alcune chat, tanto da diventare virale. Ora che è finito l’anno si fanno i conti con gli interventi (dis)educativi che la scuola ha adottato per intervenire su quanto accaduto. Ma stando a quanto emerge dalle pagelle dei responsabili sembra non essere successo nulla: voti alti, e quello in condotta non è da meno. Una situazione che ha lasciato la docente con l’amaro in bocca. Finatti ha, infatti, chiesto spiegazioni alla scuola e i suoi avvocati hanno confermato la volontà di richiedere l’accesso agli atti per conoscere le motivazioni delle scelte fatte dai colleghi. Tra gli scontenti ci sono anche i genitori di altri studenti che frequentano l’istituto e che sono stati bocciati o penalizzati nella pagella di fine anno: «Perché mio figlio ha preso 8 in condotta e i ragazzi che hanno sparato alla docente hanno preso 9?». Un cortocircuito sul quale il ministero sta tentando di fare luce.
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