Il primo segnale dell’Ue dopo il folle weekend russo: pronti altri 3,5 miliardi di euro per aiuti militari all’Ucraina (e ad altri partner)
A 48 ore dalla giornata più incredibile e destabilizzante per la Russia dall’inizio della guerra in Ucraina, i ministri degli Esteri dell’Unione europea sono riuniti oggi a Lussemburgo per fare il punto sulla situazione. Sul tavolo dei 27 ci sono anche i rapporti con i Paesi dei Caraibi e quelli con la Somalia, il futuro della diplomazia digitale e alcune decisioni da prendere sul dossier Iran. Ma a nessuno sfugge che quella di oggi – dopo la girandola di telefonate «d’emergenza» di sabato – sia soprattutto la prima vera occasione per i governi europei di scambiarsi informazioni e valutazioni sulla reale natura dello scontro tra Vladimir Putin e Yevgeny Prigozhin andato in scena nel weekend, e su come questo potrà influire sul prosieguo del conflitto in Ucraina. Informazioni che resteranno in larga parte riservate, con ogni probabilità, oggetto del certosino lavoro d’intelligence all’opera in queste ore. Ma segnali politici concreti vanno dati, tanto all’opinione pubblica interna quanto ai partner ucraini e agli aggressori russi. E il primo veicolato dall’Ue è nel segno della continuità: il rafforzamento di lungo termine del sostengo militare a Kiev. Il Consiglio affari esteri ha infatti deciso di innalzare il tetto di finanziamento della European Peace Facility – lo strumento utilizzato per finanziare gli aiuti militari all’Ucraina – di altri 3,5 miliardi di euro. La decisione, spiega l’Ue, «intende assicurare la sostenibilità fiscale dell’Epf e la sua prevedibilità di lungo termine, preservare la sua dimensione globale e la capacità dell’Ue di prevenire e rispondere rapidamente a crisi e conflitti». Con il top-up di oggi, il tetto massimo di spesa dell’Epf sale nel complesso a 12 miliardi di euro. Più del doppio dello stanziamento previsto tre anni fa, in fase di programmazione dei fondi 2021-2027. Aumenti (quello formalizzato oggi è il secondo nel giro di pochi mesi) che testimoniano il cambio di rotta dell’Ue nel nuovo scenario geopolitico e strategico aperto dall’invasione russa. E che rivelano quella che era ormai diventata un’urgenza finanziaria: per versare tutti i fondi promessi in aiuti militari a Kiev, le risorse disponibili dell’Epf erano state esaurite ormai al 92%. «Questa decisione invia un chiaro segnale politico dell’instancabile impegno Ue al sostengo militare dell’Ucraina e di altri partner», sottolinea nell’annuncio del nuovo stanziamento il Consiglio presieduto dall’Alto rappresentante Josep Borrell.
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