Archiviate le accuse al Gruppo Wagner, dopo la “fuga” di Prigozhin. Lukashenko ammette: «La situazione ci è sfuggita di mano»
L’indagine sul gruppo Wagner è chiusa. Sarà infatti archiviata dalle autorità russe l‘incriminazione avviata dopo la rivolta guidata dal capo del gruppo Wagner, Yevgeni Prigozhin. La decisione è legata all’ordine dato alle truppe di fermare l’avanzata verso Mosca. Durante le indagini, secondo quanto reso noto dal Fsb, il Servizio di sicurezza federale citato dall’agenzia russa Tass, è stato stabilito che i partecipanti alla rivolta hanno posto fine alle loro «azioni criminali». Il comunicato citato da Tass spiega: «Nell’ambito delle indagini sul caso aperto il 23 giugno dal dipartimento investigativo dell’Fsb, ai sensi dell’articolo 279 del codice penale russo per rivolta armata, è stato stabilito che i partecipanti hanno messo fine il 24 giugno alle loro azioni, finalizzate direttamente a commettere reato». In conclusione le autorità russe comunicano che «tenendo conto di questa e di altre circostanze rilevanti per le indagini, l’autorità inquirente ha deciso il 27 giugno di adottare un provvedimento di archiviazione». Nel frattempo, come reso noto sempre dall’agenzia Tass, che cita il ministero della Difesa russo, sono in corso i preparativi per il trasferimento dell’equipaggiamento militare pesante del battaglione Wagner alle truppe russe. In precedenza, il presidente bielorusso Lukashenko, ha dichiarato che «le guardie di frontiera segnalano quasi ogni giorno provocazioni al confine bielorusso con la Nato, ma Minsk ha le capacità tecniche per contrastare la minaccia Occidentale». Oggi ha poi aggiunto, in una dichiarazione ripresa dall’agenzia di stampa statale Belta: «La situazione ci è sfuggita di mano, poi abbiamo pensato che si sarebbe risolta, ma non è stato così. Non ci sono eroi in questa storia».
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