Piazza San Carlo, confermata la condanna a 18 mesi per Chiara Appendino. L’ex sindaca: «Rispetto la sentenza, ma farò ricorso»
La Corte d’assise d’appello di Torino ha confermato la condanna di primo grado a 1 anno e 6 mesi di carcere per Chiara Appendino per i fatti avvenuti in piazza San Carlo il 3 giugno 2017 durante la proiezione pubblica della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Un falso allarme bomba generò quella sera il panico tra le migliaia di tifosi bianconeri radunati davanti al maxischermo, e il tentativo di fuga dalla piazza gremita, con molte bottiglie di vetro sul selciato, causò il ferimento di oltre 1.600 persone. Due di queste, Erika Pioletti e Marisa Amato, morirono in seguito alle lesioni riportate. Quattro giovani di origine straniera furono poi individuati nel corso delle indagini come responsabili dell’ondata di panico omicida, generata spruzzando spray urticante al fine di compiere rapine: sono stati condannati in via definitiva nel gennaio 2022 a pene di poco superiori ai 10 anni per omicidio preterintenzionale. Ma nell’inchiesta erano indagati anche i vertici della città di Torino, del servizio competente all’organizzazione dell’evento Turismo Torino e della Questura.
Le condanne, le assoluzioni e la reazione dell’ex sindaca
Appendino, sindaca all’epoca dei fatti, si è vista dunque confermare la condanna a 18 mesi di carcere, così come il suo capo di gabinetto dell’epoca Paolo Giordana e l’allora presidente di Turismo Torino Maurizio Montagnese. Gli addebiti a loro carico si riferiscono alle presunte carenze nell’organizzazione e nella gestione dell’evento. Condannati anche il dirigente della questura Alberto Bonzano (un anno e 4 mesi) e il vicecomandante della polizia municipale Marco Sgarbi (un anno e due mesi). La Corte d’appello ha invece assolto l’allora questore Angelo Sanna, così come l’ex capo di gabinetto della questura Michele Mollo, entrambi condannati in primo grado. «Rispetto questa sentenza ma, una volta rese note le motivazioni, presenterò ricorso in Cassazione, sicura di poter far valere le mie tesi difensive nel prossimo grado di giudizio», ha scritto sui social Appendino, ricordando di essersi sempre «difesa dalle accuse all’interno dei processi, senza timore e a testa alta, e continuerò a farlo». L’ex sindaca e oggi deputata del Movimento 5 Stelle ha comunque ribadito come «il mio pensiero in qualità di donna e rappresentante delle istituzioni, al di là di ogni questione giudiziaria, è sempre stato rivolto alle vittime e ai loro affetti».
Foto di copertina: Chiara Appendino con gli avvocati Enrico Cairo e Luigi Chiappero durante la lettura della sentenza d’appello – Torino, 27 giiugno 2023 – ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
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