Scuola, Valditara: «Bulli? No alle sospensioni, devono fare attività solidali. E il voto di condotta deve avere più valore»
Giuseppe Valditara annuncia che nelle prossime settimane, a seguito di un confronto più ampio, sarà definito un pacchetto di misure per le scuole. Tra questi il ministro dell’istruzione sta valutando l’idea di sostituire le sospensioni da scuola previste per ragazzi violenti e bulli con attività di solidarietà. Se uno studente si comporta da bullo, «ha bisogno di più scuola e non meno scuola», sostiene Valditara in un’intervista a La Stampa. «Non nutro simpatia per le sospensioni, tenere un ragazzo a casa per alcuni giorni significa fargli del male. Quindi bisogna fare l’opposto, dargli più scuola coinvolgendolo in percorsi di recupero con attività di solidarietà ovvero con un approfondito studio di certe problematiche».discuteranno episodi di aggressioni.
«Ridare autorevolezza ai docenti»
Il ministro è poi tornato a ribadire che il voto in condotta avrà maggiore valore. Un concetto che già nei giorni scorsi ha detto a più riprese dopo il caso di Rovigo, dove sono stati promossi con il 9 in comportamento gli studenti che hanno sparato con una pistola ad aria compressa contro la docente Maria Cristina Finatti. Infine, ribadisce che lo Stato si costituirà parte civile nelle cause in cui si «Un primo segnale forte che voglio dare per affrontare gli episodi di bullismo e di violenza sarà di attribuire maggiore valore al voto di condotta», precisa Valditara. Il ministro ritiene che la svolta contro il bullismo potrebbe darla «il percorso di personalizzazione che abbiamo introdotto nelle scuole attraverso il lavoro svolto dai docenti tutor che ascoltano i ragazzi, li aiutano a recuperare, a vincere il loro senso di sfiducia che li porterebbe ad abbandonare. Si prevedono anche attività di recupero che saranno svolte in orario extra-curriculare dai docenti delle singole discipline». La scuola – aggiunge – «che ho in mente deve sempre più personalizzare la formazione e dall’altra saper orientare in modo che le famiglie e gli studenti facciano le scelte giuste. L’obiettivo? Ridare autorevolezza ai docenti».
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