Covid, l’Italia è il Paese europeo in cui bambini e ragazzi hanno perso più giorni di scuola in presenza
341. Sono i giorni di scuola in presenza persi da bambini e ragazzi in Italia, durante la pandemia da Covid-19. Si tratta del dato più alto registrato tra i Paesi europei. È ciò che emerge dal rapporto Navigating uncharted territory: school closures and adolescent experiences during the Covid-19 pandemic in the Who European Region, realizzato dall’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Il report analizza le politiche scolastiche adottate durante la pandemia, a partire da gennaio 2020 fino al termine dell’emergenza, e gli effetti sugli adolescenti in 22 Paesi europei. Il grafico mostra come i giorni di chiusura totale, ovvero estesi a tutte le scuole di ordine e grado, vanno da 0 in Finlandia, dove anche nei giorni di circolazione più intensa del virus, è rimasta in presenza l’attività di nidi e scuole dell’infanzia, a 341 dell’Italia. Tra gli altri Paesi europei con le chiusure più lunghe, ci sono Germania (243), la Moldavia (225), la Lituania (205), il Kazakistan (202), la Spagna (190); quelle più brevi in Svezia (2), Norvegia (39), Estonia (48), Lussemburgo (49), Ungheria (53).
L’impatto negativo sul rendimento scolastico
Il rapporto pubblicato oggi, mercoledì 28 giugno, mostra inoltre come la pandemia ha avuto «un impatto negativo o molto negativo» sul rendimento scolastico, soprattutto tra gli adolescenti provenienti da famiglie poco agiate e tra le ragazze. Nonostante l’entità del calo del rendimento scolastico non fosse collegato al numero di giorni di chiusura, i processi di apprendimento a distanza possono aver contribuito – si legge nel report – ad un aumentare la pressione scolastica. Determinante, invece, si è rivelato il supporto da parte di insegnanti e compagni di classe: laddove i livelli di sostegno erano più alti, il rapporto ha rilevato un miglior rendimento scolastico e minori livelli di pressione.
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