Le teorie del complotto sul servizio IT-Alert
Circolano online diverse teorie del complotto sul servizio di allerta all’improvviso denominato IT-Alert. In cosa consiste? Per renderla semplice, nell’invio da parte della Protezione Civile di un messaggio ai cellulari che si trovano in un’area di copertura ben definita nel quale i cittadini potrebbero essere in pericolo. Secondo diversi utenti si tratterebbe di una nuova applicazione tipo Immuni, ma installata forzatamente sui dispositivi e senza il consenso, fornendo la propria posizione geografica e magari raccogliendo nostri dati sensibili. Spieghiamo cosa succede realmente.
Per chi ha fretta
- Non viene installata forzatamente alcuna App sui nostri dispositivi.
- Il sistema utilizzato è già presente nei sistemi operativi dei nostri smartphone.
- Non viene utilizzato il GPS e non viene fornita la propria posizione geografica, così come non viene effettuata alcuna raccolta dati.
- Il sistema opera a senso unico, ossia invia solo un messaggio nei cellulari collegati alle celle delle reti telefoniche di uno specifico territorio.
Analisi
Ecco uno dei messaggi che circolano online sul servizio:
Disattivate sta *
IT-Alert
– è una direttiva UE
– è installata e preattivata senza consenso informato
– ti traccerà e avviserà anche se non vuoi “per il bene comune” (come la * di Immuni)
(Impostazioni > Notifiche > Impostazioni Avanzate > Avvisi emergenza… o simile)
Si tratta di una sorta di tutorial su come disattivare la possibilità di ricevere questi messaggi da parte della Protezione Civile. Altri condividono anche le schermate di esempio del cellulare:
Non è un’applicazione installata senza consenso
Per funzionare, il sistema non prevede affatto l’installazione di un’App nei nostri cellulari in quanto viene utilizzata una funzione già esistente e installata nei nostri sistemi operativi (Android o iOS). Per Android, ad esempio, basta andare a cercare “emergenza” per accedere al pannello “Sicurezza ed emergenza” dove troviamo le opzioni “SOS di emergenza” o “Allerte terremoti“.
Oltre a quelli visualizzati nello screenshot qui sopra, in altri cellulari comparirà la scritta IT-ALERT proprio a causa degli aggiornamenti del sistema operativo.
Il fantomatico “tracciamento”
La teoria che va per la maggiore riguarderebbe il fantomatico tracciamento facendo un paragone (errato anch’esso) con l’app Immuni «installato senza consenso». Da cosa deriva? Dal fatto che il messaggio viene inviato ai dispositivi in una determinata zona, pertanto gli utenti allarmati ritengono che ci sia una vera e propria attività di controllo sulla loro posizione. Si tratta di un’informazione del tutto infondata, così come quella di una fantomatica possibilità di raccogliere dati, in quanto il sistema utilizzato non lo permette affatto.
IT-Alert, infatti, è a senso unico: si limita solo ed esclusivamente a mandare un messaggio di testo e non può ricevere alcun vostro dato, soprattutto perché affinché funzioni non c’è affatto bisogno di installare un’App.
Come fanno ad individuare la nostra posizione geografica? Non viene affatto utilizzato il GPS. Ogni nostro cellulare è collegato alla rete dell’operatore telefonico e di conseguenza alle sue celle che sono distribuite nel territorio nazionale. Saranno solo i dispositivi collegati a quelle specifiche celle a ricevere il messaggio del servizio. Risulta fondamentale essere connessi alla rete telefonica e senza di questa non basta la connessione Wifi.
L’inesistente raccolta dati
Non risulta possibile la raccolta dati, neanche in futuro per quanto possano immaginare alcuni utenti online, in quanto non vi è necessità di installare un’App che lo consenta e perché si tratta di un sistema di comunicazione a senso unico al pari di un allarme antincendio all’interno di un centro commerciale.
Perché parlano di direttiva UE?
Nel messaggio diffuso online si parla di direttiva UE. Nel sito di IT-Alert è presente una sezione “Normativa” dove viene citata la Direttiva UE 2018/1972 del Parlamento europeo che istituisce il codice europeo delle comunicazioni elettroniche e che introduce il Sistema di allarme pubblico: «gli Stati membri provvedono affinché, quando sono istituiti sistemi di allarme pubblico in caso di gravi emergenze e catastrofi imminenti o in corso, i fornitori dei servizi mobili di comunicazione interpersonale basati sul numero trasmettano allarmi pubblici agli utenti finali interessati». La Direttiva risale al 2018 e già nel 2019 venne introdotto, con un decreto legge (18 aprile 2019 n.32), il sistema di allarme pubblico che prevede proprio il servizio IT-Alert.
Conclusioni
Il sistema è a senso unico e per i cittadini riguarda la sola ed esclusiva ricezione di un messaggio di allarme nel proprio cellulare, senza alcuna attività di tracciamento o di raccolta di dati personali. Non serve nemmeno installare un’App, il sistema opera attraverso un servizio già in essere nei cellulari con sistema operativo Android e iOS.
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