Putin mentì a Macron: «La Wagner? Non c’entra nulla con me». Ma oggi ammette di finanziarla – Il video
Durante un incontro con i militari del Ministero della Difesa, Vladimir Putin ha ammesso che il gruppo Wagner è stato interamente finanziato dalla Federazione russa, dunque dallo Stato. A riportarlo non c’è soltanto il video del Presidente davanti ai suoi sottoposti, ma anche i media statali come Ria Novosti e TASS riportando il seguente virgolettato: «Voglio far notare e voglio che tutti sappiano che il mantenimento dell’intero gruppo Wagner è stato completamente fornito dallo Stato». Una dichiarazione che va contro quanto detto da Putin nel 2019 e nel febbraio 2022 a fianco di Emmanuel Macron dove negava ogni coinvolgimento del Cremlino con il gruppo mercenario, confermando le indagini svolte da giornalisti e gruppi investigativi che da anni denunciavano questi legami, alcuni dei quali citati in giudizio dallo stesso Prigozhin vincendo in tribunale. Nel Regno Unito, ad esempio, il fondatore di Bellingcat Eliot Higgins venne condannato per diffamazione per aver solo collegato lo “chef di Putin” al gruppo di mercenari della Wagner.
Nel suo intervento davanti ai militari del Ministero della Difesa, Putin dice che da maggio 2022 a maggio 2023 lo Stato aveva finanziato i mercenari di Prigozhin con una somma pari a 86 miliardi e 262 milioni di rubli dei quali una parte in contanti (70 miliardi e 384 milioni). Oltre a questi, la società Concord di Prigozhin che gestisce la stessa Wagner aveva ottenuto altri 80 miliardi di rubli a fronte dei contratti stipulati per i servizi di ristorazione dell’esercito. Cifre importanti che però riportano un secondo messaggio di Putin contro Prigozhin: «Spero che durante queste operazioni nessuno abbia rubato niente o, almeno, rubato meno. Ma, ovviamente, ce ne occuperemo». Se da una parte sarebbero state archiviate le indagini per l’atto di ribellione del 23 e 24 giugno, non è detto che in un prossimo futuro Prigozhin venga indagato per questioni finanziarie legate ai pagamenti ricevuti dallo Stato.
Di fronte a queste cifre, e a seguito della diffusione del video che confronta gli interventi di Putin del 2022 e del 2023, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha messo le mani avanti sostenendo che i finanziamenti e le attività concordate con il gruppo Wagner farebbero riferimento solo all’invasione in Ucraina e non agli affari di Prigozhin e i suoi in Africa. Una lunga indagine investigativa, pubblicata nell’agosto del 2020 dal team di Bellingcat in collaborazione con The Insider e Der Spiegel, rivelava i costanti rapporti tra i mercenari e il Ministero della Difesa russo nelle operazioni svolte all’estero e in particolar modo nel continente africano.
L’indagine, portata avanti attraverso l’analisi delle caselle di posta elettroniche trapelate ai dipendenti che lavoravano per l’azienda di Prigozhin, aveva permesso l’identificazione di una figura chiave che collegava le operazioni del gruppo Wagner e il Ministero della Difesa russo, attivo nel periodo in cui vennero uccisi tre giornalisti russi che indagavano su Prigozhin nella Repubblica centrafricana. Secondo l’inchiesta del sito russo The Bell, l’idea di creare un gruppo paramilitare sarebbe venuta in mente agli alti ufficiali del Ministero della Difesa dopo aver assistito a una presentazione del 2010 del mercenario sudafricano Eben Barlow. I militari, considerando le attività già svolte dalla Concord, avrebbero deciso di affidare la creazione di quello che poi diventò il gruppo Wagner allo stesso Prigozhin. In base a quanto riportato nell’inchiesta di Belligcat, i mercenari si sarebbero addestrati nel 2015 presso una struttura top secret dell’intelligence russa GRU nel villaggio di Molkyno a sud di Krasnodar.
Al di là dei contratti pubblici tra la Concord e lo Stato russo per i servizi di ristorazione, le indagini di Bellingcat riportano un numero considerevole di telefonate tra Prigozhin e alti funzionari del Ministero della Difesa russo e del Cremlino. Il capo e fondatore del gruppo di mercenari si telefonava spesso con figure di alto livello della FSB, comunicava con una certa frequenza con il portavoce e il capo dello Staff di Putin, rispettivamente Dmitry Peskov e Igor Diveykin. Grazie alle informazioni trapelate, Prigozhin discuteva spesso con il generale Alexey Dyumin, all’epoca vicedirettore del GRU, e con l’attuale Ministro della Difesa Sergei Shoigu e il suo secondo Bulgakov. Persone di spicco per una “semplice fornitura di ristorazione”.
Ogni collegamento con la Wagner rimarrebbe innegabile dopo un incontro tenutosi presso il Cremlino il 9 dicembre 2016, dove era presente il neonazista del gruppo Wagner Dmitry Utkin fotografato insieme ad altri insieme al Presidente russo Putin. Nella foto c’era un’altra persona, l’ex militare Andrey Troshev che nel corso delle ostilità in Siria operò per conto del gruppo Wagner. Nello stesso anno della foto, Troshev ottenne i riconoscimento di Eroe della Russia per il suo operato in Siria nel 2015 e nel 2016, proprio quando operava con il gruppo mercenario. I legami tra Wagner e le autorità del Cremlino, dunque, risultavano già dimostrate e salde fin da prima del maggio 2022.
Leggi anche:
- «Prigozhin voleva catturare i leader militari russi», l’indiscrezione dall’intelligence russa che ha allertato il Cremlino
- Il generale che sapeva troppo: i sospetti in Russia sull’aiuto dell’esercito alla rivolta di Prigozhin
- Russia, il golpe sventato secondo Lukashenko: «Dissi a Prigozhin che sarebbe finito schiacciato come un insetto, e a Putin di non ucciderlo»