Morire davanti a una pizza. Chi c’era nel ristorante ucraino di Kramatorsk colpito dai missili russi
Kramatorsk, città nella regione di Donetsk, ora di cena. Due missili russi (due razzi terra-aria S-300) colpiscono il ristorante Ria Pizza, ritrovo di giovani ma anche giornalisti stranieri, dato che la cittadina si trova a pochi chilometri dal fronte del conflitto russo-ucraino. In un attimo, in un locale dove i tavoli erano pieni, perdono la vita dieci persone, tra cui Yulia e Anna Aksenchenko, due gemelle di 14 anni. Sono almeno 50 i feriti, tra cui un bimbo di otto mesi, fortunatamente fuori pericolo. Questo il bilancio di uno degli attacchi più sanguinosi delle ultime settimane, servito ieri sera, intorno alle 19.30, come se uno dei locali più conosciuti della zona fosse un obiettivo militare qualsiasi. Ed è questa la linea che sta tenendo in queste ore il Cremlino. Il ministero della Difesa russo ha affermato che l’obiettivo colpito nel bombardamento a Kramatorsk non era civile ma un «punto di dispiegamento temporaneo del personale di comando della 56/a Brigata di fanteria motorizzata delle forze armate ucraine», ha ribadito il portavoce, Igor Konashenkov, citato dall’agenzia Interfax.
Chi frequenta il Ria Pizza
Cosa c’era dentro il Ria Pizza quando i missili hanno colpito lo ha raccontato alla BBC il giornalista belga Arnaud De Decke, dentro il locale pochi minuti prima dell’impatto: «Sento le persone che urlano sotto le macerie mentre i soccorritori cercano di salvarli. Stimerei all’interno una ottantina di persone tra staff e clienti». Il posto, spiega il reporter, serviva anche da «centro di raccolta locale». Nel ristorante erano presenti anche l’ex commissario per la pace colombiano Sergio Jaramillo e il romanziere colombiano He’ctor Abad Faciolince. Hanno subito ferite leggere mentre è andata peggio alla collega che li accompagnava, la scrittrice ucraina Victoria Amelina, colpita in testa da schegge di vetro e travi che hanno ceduto con l’esplosione. Il ristorante, al piano terra, era stato chiuso all’inizio dell’invasione russa, è stato riaperto solo diversi mesi dopo. Si trova vicino all’Hotel Kramatorsk, gravemente danneggiato da un attacco russo la scorsa estate. I soldati ucraini di stanza vivono nelle vicinanze, alcuni di loro sono appena tornati dal fronte, sono frequentatori assidui, insieme a residenti locali, giornalisti stranieri e operatori umanitari.
Lo Sbu e il filmato del ristorante pochi minuti prima dell’impatto
Chi ha segnalato il Ria Pizza? Come è partito l’attacco? Lo Sbu, il servizio segreto ucraino, ha arrestato poche ore dopo l’attacco un collaborazionista che avrebbe mandato la posizione del posto e un video del locale. Si tratta di un residente di Kramatorsk, dipendente di una società di trasporto di gas locale. Viene definito un agente «riattivato». «Il 27 giugno – spiega lo SBU in una nota – è stato incaricato di scoprire se il suddetto locale fosse aperto e di verificare la presenza di visitatori. Per adempiere alle istruzioni nemiche, l’agente delle forze armate russe ha filmato di nascosto lo stabilimento e le auto parcheggiate nelle vicinanze. Successivamente, l’imputato ha inviato il filmato all’intelligence militare russa».
L’importanza e la maledizione di Kramatorsk
Kramatorsk è una città di 150mila abitanti ed è l’ultimo grande centro urbano controllato dagli ucraini nella parte orientale del paese, a circa 30 km dalla linea del fronte. Nell’aprile dello scorso anno più di 60 persone sono morte a in un attacco missilistico alla stazione ferroviaria della città. Non è un obiettivo qualunque. La sua presa è un tassello fondamentale del conflitto, ma per i russi diventa utile anche provocarne dei danni a discapito delle forze ucraine. Perché da Kramatorsk partono collegamenti viari e ferroviari, verso Kharkiv e soprattutto verso l’Ucraina centrale.
(in copertina Yulia e Anna Aksenchenko, credits Типичный Краматорск/Telegram)
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