Daniela Santanchè e i prestiti di Visibilia a un’altra sua azienda
L’azienda Visibilia di proprietà di Daniela Santanchè concedeva finanziamenti a società terze anche se aveva un rosso di bilancio. Tra queste c’è la D1 Partecipazioni, che apparteneva proprio alla ministra del Turismo. E di cui l’ex compagno Alessandro Sallusti era usufruttuario. La storia emerge dalla perizia di parte depositata nel procedimento civile aperto dopo le denunce dei piccoli azionisti. Che hanno visto i loro soldi bruciare con il crollo delle azioni. Insieme alla vicenda della Maserati e dell’appartamento al Pantheon. E rischia di mettere in difficoltà l’esponente del governo Meloni attesa a riferire in Senato il prossimo 5 luglio. Mentre tra gli alleati c’è chi si smarca. Ed emergono dettagli sul voto a Palazzo Madama per l’odg sulla Cig.
I crediti inesigibili
Tutto parte, spiega oggi Repubblica, dai crediti inesigibili di Visibilia. Secondo la perizia di parte negli anni sono stati iscritti a bilancio crediti senza fatture. Che venivano in alcuni casi emesse anni dopo. Grazie a questo meccanismo le perdite sarebbero state camuffate. «Si evidenzia come il patrimonio netto rettificato assume un valore negativo per oltre 5,4 milioni di euro già al 31 dicembre 2014 e che tale aggregato peggiora nel periodo fino ad assumere al 31 dicembre 2018 un valore negativo per oltre 8,2 milioni», si scrive nella perizia di parte.
Poi c’è il contratto che risale al 17 maggio 2013. Con il quale Visibilia, rappresentata dal suo amministratore unico Daniela Santanchè, concede alla D1 Partecipazioni, sempre rappresentata da lei, un finanziamento. Inizialmente pari a 2,5 milioni. Ma nella procura si parla di 680 mila euro. La società vede come usufruttuario Alessandro Sallusti. Ed è nata pochi giorni prima, il 10 maggio.
La D1 partecipazioni con Alessandro Sallusti
La società da statuto svolge «attività di assunzione, detenzione e gestione di partecipazioni in altre società o enti». Nel 2013 accumula in otto mesi debiti per 1,5 milioni. Dal 2017 il patrimonio netto diventa sempre negativo. E la perizia aggiunge: «Appare evidente come la recuperabilità di tale credito fosse strettamente legata alla situazione patrimoniale ed economica di D1 Partecipazioni». La società nel 2019 è stata messa in liquidazione e negli ultimi bilanci i revisori scrivano che «non possiede azioni proprie; non possiede azioni o quote di società controllanti; nel corso dell’esercizio la società non ha posto in essere acquisti o alienazioni di azioni». Il credito non poteva essere recuperato già dal 2017. Ma la svalutazione è stata effettuata solo tra 2020 e 2021.
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