Mes, la linea morbida della maggioranza: sospensiva di 4 mesi per il ddl di ratifica
La maggioranza di Governo ha chiesto oggi – venerdì, 30 giugno – in Aula, una sospensiva di 4 mesi per non procedere alla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. Ad annunciarlo nel giorno della discussione generale sul ddl alla Camera, è Andrea Di Giuseppe (FdI). «Si ritiene opportuno procedere con maggiori approfondimenti», anche «a seguito dei recenti cambiamenti nel contesto internazionale», ha spiegato Di Giuseppe, unico a intervenire per l’intera coalizione di maggioranza. Passa dunque la linea morbida di Fitto e Giorgetti: non esattamente ciò che volevano Meloni e Salvini, favorevoli a un rinvio di almeno un anno vincolato alle elezioni europee e al rinnovo della Commissione. Se ne riparlerà, quindi, a novembre. Per la relatrice al ddl, Naike Gruppioni, «la mancata ratifica del Mes danneggia la credibilità dell’Italia e dell’Europa, ed è sbagliata la “correlazione” fatta dalla premier Meloni tra esso e la trattativa sul nuovo patto di stabilità», ha detto in Aula. Gruppioni ha, infatti, ricordato come Meloni l’altro ieri in Aula abbia detto che «vi sarebbe un rapporto, tra la ratifica del nuovo Mes da parte dell’Italia, unico Stato membro che ancora non vi ha provveduto, e la riforma della governance economica europea e del patto di stabilità e crescita. Ebbene questa correlazione noi la riteniamo sbagliata».
Insorgono le opposizioni
L’Italia è l’unico Paese dell’area euro a non avere ancora ratificato la riforma del Mes. Il capogruppo Pd alla Camera del Pd in commissione Politiche europee alla Camera, Piero De Luca, intervenuto in Aula, ha accusato la maggioranza di Governo di aver «formalmente affidato le linee e le scelte di indirizzo politico europeo all’opposizione. Abbiamo – ha detto De Luca – presentato al posto vostro una proposta di legge di autorizzazione alla ratifica dell’accordo di riforma che migliora le difese per imprese e cittadini. Dovete solo votare il testo di legge oggi in discussione». Quello che preoccupa le opposizioni, spiega De Luca, è «La “logica del pacco” che l’Italia potrebbe ricevere a livello europeo. Non ci rafforza, infatti, questo tira e molla nelle trattative sulla nuova governance europea, non ci rafforza nei negoziati per la revisione del Pnrr. Ci rende al contrario molto più deboli e poco affidabili. State mettendo a serio rischio la credibilità del nostro Paese che è l’unico ancora a non aver concluso l’iter di revisione del Mes già avviato e condiviso da tutti gli altri Stati dell’Unione europea», ha concluso De Luca.
Sullo stesso tono il commento del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, secondo cui la premier Meloni «sta sbagliando approccio perché anziché preoccuparsi del futuro dell’Europa tiene la bandierina ideologica di dire: “Io ho sempre detto no al Mes”. Tanto è solo questione di tempo. Prima o poi dovrà dir di sì. E anche in quel caso sarà l’ennesima contraddizione», ha detto Renzi ad Agorà su Rai Tre. Secondo +Europa, invece, Meloni sarebbe «nel pallone sul Mes» poiché «incapace di decidere: chiede alla Camera una sospensione della discussione di quattro mesi. Una cosa né carne né pesce. Non è un No coraggioso, è solo un rinvio non si capisce per cosa. L’indecisione al potere. Così Meloni fa uscire l’Italia dai paesi guida della Ue e danneggia il paese», ha detto Benedetto Della Vedova. Più morbida, invece, la reazione di Nicola Fratoianni secondo cui «Meloni dice una cosa che non è sbagliata e cioè che serve una trattativa complessiva sulla governance europea e su questo non posso che concordare. Il punto è che non mi è chiaro quali siano le proposte in questo Paese rispetto a questo pacchetto complessivo, e se è così rischia di essere un gioco delle tre carte e questo non aiuta nell’autorevolezza e nell’efficacia», conclude il leader di Sinistra Italiana.
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