Aspartame e tumori: perché il dolcificante rischia la definizione di cancerogeno e quali alimenti lo contengono
Dolce come lo zucchero, ma senza le sue calorie: sembrava troppo bello per non avere controindicazioni. E infatti l’aspartame, il dolcificante artificiale più diffuso al mondo, potrebbe essere dichiarato per la prima volta come «possibile cancerogeno per l’uomo» dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc). La notizia è stata anticipata all’agenzia di stampa Reuters, mentre l’annuncio ufficiale è atteso per il 14 luglio, assieme all’indicazione dei dosaggi consentiti. Ad oggi, la dose massima per il consumo è fissata a 40 mg al giorno per chilo di peso corporeo. L’aspartame viene utilizzato da circa quarant’anni, ma almeno da venti si discute della sua sicurezza. Il rischio tumore era stato escluso dagli studi sugli esseri umani, ma una ricerca francese su 100mila persone l’anno scorso aveva notato un lieve aumento del rischio.
Le evidenze scientifiche
In ogni caso, l’ingrediente entrerebbe nella lista dei «possibili cancerogeni», ovvero quelle sostanze che si ipotizza possano provocare tumori, anche se l’evidenza scientifica è ancora limitata a riguardo. Come la carne rossa e le bevande bollenti, insomma, e un gradino sotto il fumo, la carne lavorata e l’alcol (considerati «sicuramente cancerogeni»). Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’università di Milano, si occupa di aspartame da almeno un decennio e non ha mai notato effetti tossici. «Non abbiamo riscontrato problemi negli esseri umani. Trovo comunque che la nuova classificazione cambi poco le cose», ha spiegato a Repubblica. Questo perché nella lista dei «possibili cancerogeni» rientrano ben 322 sostanze. «Ci sono per esempio i telefoni cellulari» aggiunge La Vecchia, «ma nessuno studio ha mai confermato la loro pericolosità. Lo stesso vale per l’aspartame». Che, per esempio, è stato ritenuto sicuro anche dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
Quali alimenti contengono l’aspartame
Sul cui sito leggiamo: «Nell’Unione europea (UE) l’etichetta sui prodotti alimentari contenenti aspartame deve dichiarane la presenza, indicandone il nome o il suo numero con la E davanti (E 951). Da molti anni e in molti Paesi l’aspartame, a seguito di accurate valutazioni della sua sicurezza, è giudicato sicuro per il consumo umano». Anche se due studi sui topi dei primi anni Duemila, guidati dall’Agenzia per la protezione ambientale della California e dall’Istituto Ramazzini di Bologna, hanno portato a rilevare un incremento di tumori del cervello e leucemie negli animali da laboratorio, anche se esposti a bassi dosaggi. «Il metodo di quegli studi viene considerato criticabile – ha commentato La Vecchia -. Ma alcuni dei ricercatori coinvolti fanno parte del gruppo di valutazione della Iarc. Per questo la notizia dell’aspartame come possibile cancerogeno non stupisce». L’aspartame è un edulcorante artificiale che contiene poche calorie. È una polvere bianca inodore, circa 200 volte più dolce dello zucchero. Si utilizza di solito in bevande e prodotti di pasticceria e confetteria. Ma anche in cibi a base di latte e formaggio, oltre ai prodotti a basso contenuto energetico. Ma l’uso maggiore è come dolcificante da tavola. Lo si trova nelle bevande analcoliche e nei chewing-gum. Infine, si trova facilmente in snack, yogurt e gelati.
L’efficacia
In ogni caso, alcune aziende hanno già deciso di non rischiare. Come la Pepsi, che lo ha eliminato definitivamente (dopo qualche ripensamento) nel 2020, a differenza del competitor Coca-Cola che ha deciso di mantenerlo nelle sue lattine dietetiche. «Anche per chi ha il diabete, la notizia non fa molta differenza», ha aggiunto Andrea Giaccari, diabetologo del Policlinico Gemelli di Roma. «Mezzo cucchiaino di zucchero nel caffè non rappresenta un problema. Non vedo molte ragioni per cui si debba preferire un dolcificante». Secondo il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Saverio Cinieri, resta fondamentale comprendere e definire l’esatto dosaggio per l’assunzione dell’aspartame, ovvero la quantità che non induce a rischi.
Le molecole pericolose
Questo perché, ha spiegato all’Ansa, «alcune molecole risultano pericolose solo se utilizzate in quantità molto elevate, molto poco probabili da assumere da parte un individuo». «Il mio consiglio è di far prevalere il principio di precauzione e su sostanze come l’aspartame è meglio, in generale, evitare il consumo abbondante e prolungato nel tempo», fa eco Giorgio Calabrese, nutrizionista e presidente del Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del ministero della Salute. «Il problema – aggiunge – non è solo la definizione della quantità giornaliera di aspartame da poter ingerire senza pericoli, ma anche capire se tale sostanza presa nelle quantità indicate risulti però sicura sul lungo periodo, ovvero se consumata continuativamente per molto tempo e anni».
I consigli dell’Oms
Nel frattempo, l’Associazione Internazionale dei Dolcificanti ha dichiarato di nutrire serie preoccupazioni per le speculazioni preliminari che «potrebbero fuorviare i consumatori sulla sicurezza dell’aspartame». In ogni caso, l’Oms ha escluso che i dolcificanti siano efficaci nel raggiungere il principale obiettivo che ne motiva il consumo: perdere peso. Pertanto, nelle sue linee guida del 15 maggio l’Organizzazione mondiale della sanità suggerisce a chi ha problemi di obesità di scegliere strategie alternative. Anche per evitare «potenziali effetti indesiderati», come «un aumento del rischio di diabete, malattie cardiovascolari e mortalità negli adulti».
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