L’estate militante di Elly Schlein: «Diritto alla casa, salario minimo ed Europa»
Elly Schlein è pronta per la sua estate militante. E in un’intervista a Repubblica lancia la battaglia del salario minimo. Sulla quale vorrebbe unità delle opposizioni. Mentre si dice preoccupata per un governo che «ci sta isolando dall’Europa». E sta «abbandonando i lavoratori poveri nella morsa dell’inflazione». La sua lunga marcia comincia dal quartiere Pigneto a Roma. «Perché riteniamo fondamentale e oltremodo trascurato il diritto alla casa. Proponiamo un percorso in dieci proposte per un piano casa nazionale che finora è mancato all’Italia. Apriamo un confronto con gli amministratori, con gli inquilini, con i proprietari, con le studentesse e con gli studenti, con le associazioni. Sarà un percorso di ascolto. Poi, a settembre, presenteremo il nostro piano. Vogliamo misurarci col governo su proposte molto concrete».
La condivisione del lavoro
Quella di Schlein «non è solo una proposta sul salario minimo, perché rafforza la contrattazione collettiva e estende la retribuzione del contratto più rappresentativo a tutti i lavoratori del settore. Fissa una soglia minima di nove euro all’ora sotto la quale non si può andare. Per noi lavoro e povero non devono più stare nella stessa frase». Sul salario minimo «abbiamo insistito perché si lavorasse in modo condiviso. Alla fine, la proposta sarà firmata e depositata da M5S, Pd, Azione, Sinistra italiana, Verdi e + Europa. Ci siamo sentiti con gli altri leader, ci sono state riunioni congiunte tra i dirigenti e i parlamentari competenti in materia, per noi la responsabile lavoro Cecilia Guerra. Loro hanno portato a termine la stesura del testo. Un metodo che funziona. Lo ritengo davvero un buon inizio».
Santanchè e l’Europa
Sulla vicenda Santanchè Schlein dice che «il Pd ha scoperto un debito con lo Stato per 2,7 milioni di euro. Ora ne risponderà in Parlamento. Ma ci sono ministri che si sono dimessi per molto meno. Quale sia l’esito inevitabile di questa vicenda, per il Pd, è molto chiaro». Infine, l’Europa e i migranti: «Quando ci siamo battuti per modificare il Trattato di Dublino loro erano sul fronte opposto. E oggi che Giorgia Meloni si appresta ad accettare un compromesso al ribasso, che non cancella il criterio del primo Paese d’accesso che lascia maggiori responsabilità sull’accoglienza all’Italia, gli amici dell’Est la mollano. C’è sempre qualcuno più sovranista di te che fa gli interessi del suo Paese a discapito del tuo. Non è questa la solidarietà europea».
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