Pier Silvio Berlusconi scende in politica? La tentazione, i sondaggi, l’eredità da non disperdere
Pier Silvio Berlusconi scende in politica sulle orme del padre? Dopo la lettera in cui si racconta e che conclude ricordando di essere soprattutto «il figlio di mio padre», il Corriere della Sera racconta in un retroscena che la tentazione c’è. Ma c’è anche la consapevolezza che per farlo dovrebbe abbandonare le aziende. Il quotidiano rivela che Silvio Berlusconi chiese al figlio di farlo già qualche tempo fa. Ma lui rifiutò. Ora che il padre non c’è più però le cose forse cambiano. «Mi piacerebbe, bisognerà pensarci», ha detto ad alcuni “navigati pescatori di Palazzo”. Ci vediamo? Te ne voglio parlare», è il ritornello. Una voglia di emulazione e l’ebbrezza della novità alla base dell’eventuale scelta. Che sarebbe irreversibile e porrebbe anche un problema in ottica successione.
«Sono il figlio di mio padre»
Il quotidiano spiega che il primo segnale è arrivato in occasione del discorso emozionale ai dipendenti Mediaset. Ma anche nel passaggio della missiva inviata a Repubblica c’è un punto importante. Quello in cui Pier Silvio rivendica di essere il figlio di suo padre. Quasi che sentisse un debito di riconoscenza nei suoi confronti. Che gli propose di entrare in politica nella primavera del 2014. All’epoca llui era fuori gioco per la sentenza del processo Mediaset e la legge Severino. Cercava un sostituto. I sondaggi dissero che Pier Silvio era più gradito rispetto a Marina. A quel punto il padre chiese. E il figlio rispose “No, grazie”. Nove anni dopo potrebbe cambiare tutto. Anche perché stavolta in gioco c’è la sopravvivenza stessa di Forza Italia. E il fatto che di eredi politici di Silvio Berlusconi non se ne vedono poi tanti all’orizzonte. E allora perché no?
I sondaggi
Anche stavolta ci sono i sondaggi di mezzo. E anche stavolta dicono che il preferito rimane lui. Ma questo significherebbe organizzarsi tutta un’altra vita. Dotarsi di collaboratori adatti. Cambiare mondi di riferimento, frequentare circoli nuovi. «Mi piacerebbe», ripete lui. E la memoria va agli Anni Novanta, quando era il padre a pensarlo. E poi a decidersi a fare il grande passo. Anche se sguarnire il fronte Mediaset potrebbe avvantaggiare chi ha messo gli occhi sul Biscione. Una volta entrato ci sarebbe un’altra scelta da fare. Ovvero quella di decidere se correre per la presidenza del consiglio, mettendosi in rotta di collisione con Giorgia Meloni; oppure di ritagliarsi un ruolo da “tessera numero uno” di Forza Italia. Raccogliendo l’eredità politica del padre ma rimanendo mezzo passo indietro rispetto alla ribalta. Chissà se il padre lo farebbe. E il figlio di suo padre?
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