L’Ucraina ha un piano per la pace con la Russia e lo ha spiegato alla Cia
L’Ucraina ha un piano di piace e lo ha spiegato alla Cia. Agli inizi di giugno il direttore William Burns ha compiuto un viaggio segreto a Kiev. Qui alcuni funzionari governativi gli avrebbero spiegato una strategia per riprendere i territori occupati dalla Russia e aprire le trattative per un cessate il fuoco con Mosca entro la fine dell’anno. Il viaggio in Ucraina di Burns è avvenuto prima della rivolta del gruppo Wagner. Il piano parte però da un presupposto: il successo della controffensiva partita questa estate. Nel corso del viaggio il capo della Cia ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky e i vertici dell’intelligence.
La Crimea
Secondo l’Ucraina il piano avrebbe termini accettabili anche per Mosca. Lo scenario ideale preferito da Kiev prevede un’avanzata delle sue truppe al confine della Crimea, prendendo in ostaggio la penisola. Senza riprendere la Crimea con la forza, Kiev chiederebbe quindi alla Russia di accettare le garanzie di sicurezza che l’Ucraina può assicurarsi dall’Occidente. L’idea, pare di capire, è quindi quella di “lasciare” la penisola già controllata dal 2014 a Vladimir Putin e riprendersi tutto il resto dei territori. Una soluzione che però difficilmente Mosca accetterà. Perché significherebbe semplicemente accettare il ritiro dai confini del 24 febbraio. Kiev ha già bocciato il piano di pace di Papa Francesco e quello della Cina. C’è da segnalare che lasciare la Crimea a Mosca era stato suggerito anche da Elon Musk.
La Wagner
Intanto proprio Zelensky ha fatto sapere che in Ucraina sono morti 21 mila mercenari del gruppo Wagner: «I loro soldati sono di due categorie: i mercenari professionisti e quelli mobilitati dalle carceri, la loro carne da cannone. Le nostre truppe ne hanno uccisi 21 mila e ne hanno feriti 80 mila. La buona notizia è che abbiamo distrutto la parte più motivata delle forze russe». Il politologo Edward Luttwak nei giorni scorsi ha fatto il suo pronostico su come finirà la guerra in Ucraina: «Lo sanno tutti. Con i referendum in Lugansk e Donetsk. Sperando che qualcuno non si ricordi della Crimea. Sebastopoli è la città più russa che ci sia, non è neanche una città ma una base navale. Però con questa guerra gli ucraini sono diventati una nazione, come Atene e Israele, Stati piccoli che hanno sconfitto i giganti, e ne hanno tratto energia per secoli. L’Ucraina, alla fine della guerra, sarà piena di culle».
L’attacco dalla Bielorussia
Intanto il generale Serhiy Nayev, comandante delle forze armate congiunte dell’Ucraina, ha detto che non ci sono minacce dirette in arrivo dal nord, ovvero dalla Bielorussia: «Tuttavia, se il livello di minaccia aumenta, è previsto l’accumulo di forze». Il riferimento è all’ipotesi, circolata in questi giorni, del passaggio dei membri della Wagner a Minsk per organizzare un piano d’attacco verso Kiev. «In questo momento non vi è alcuna minaccia diretta di operazioni offensive delle forze di terra in Ucraina dalla Bielorussia e dalla Russia nell’area di responsabilità del Gruppo di truppe ‘Nord’. Tuttavia, se il livello di minaccia aumenta, l’accumulo di forze e mezzi, così come altre misure pratiche per potenziare le capacità difensive del Gruppo, sono previsti», ha concluso Nayev.
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