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Vino, calo drastico dei consumi: le bottiglie dell’Ue rimangono invendute. La soluzione della Commissione: «Distillatelo»

03 Luglio 2023 - 12:01 Antonio Di Noto
Inflazione e prezzi alti spingono i consumatori a rinunciare a rosso, bianco, e rosé. E le istituzioni corrono ai ripari

L’Ue affoga nel vino. L’ottima vendemmia del 2022 contrasta con la diminuita voglia di bere vino dei cittadini europei che, preoccupati dall’aumento dell’inflazione, negli ultimi mesi stanno rinunciando a bianco, rosso e rosé. Lo scorso anno, la produzione vinicola dell’Unione è cresciuta del 4%, sommandosi alle riserve già superiori del 2% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Ma le stime non promettono bene. Se l’Italia continuerà a seguire il trend mantenuto fino a giugno, il consumo sarà minore del 7% rispetto alla media. Situazione ancora più complicata per i nostri vicini. Lo stesso dato in Spagna tocca il 10%, il 15% in Francia, il 22% in Germania, e il 34% in Portogallo. I produttori vinicoli hanno più vino del solito, ma l’Europa non ha sete. E nemmeno chi il vino europeo solitamente lo compra, dato che l’export nello stesso periodo è calato dell’8,5%.

«Fate distillati»

La Commissione teme che la questione non si limiti solo a dei mancati guadagni dei produttori – o a dei fegati più sani dei consumatori – ma che possano nascere dei pericolosi squilibri di mercato da correggere al più presto. Come? Con la grappa. E l’armagnac e la metaxa. D’accordo con i comitati dei Paesi membri, infatti, l’esecutivo europeo invita i produttori a distillare il vino in eccesso – ma solo le varietà che più faticano a trovare spazio sul mercato – entro il 15 ottobre 2023, in modo da riportare in pari domanda e offerta. Misura straordinaria che gli Stati dovranno decidere se adottare, con relativa comunicazione a Bruxelles entro il prossimo 31 agosto. Per il futuro, la Commissione ha già reso noto che rivedrà i propri programmi di supporto alla produzione vinicola per incentivare misure di ristrutturazione, vendemmia verde, promozioni e investimenti, con i fondi che aumenteranno tra il 50% e il 60%.

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