Francia, la raccolta fondi per il poliziotto che ha sparato a Nahel raggiunge 1 milione di euro: «Uccidere gli arabi paga»
Alla sua apertura era stata fortemente contestata, ma la raccolta fondi istituita dalla famiglia dell’agente della polizia francese che a Nanterre ha sparato al 17enne Nahel M, uccidendolo e dando il via alle feroci proteste che per quasi una settimana hanno infiammato la Francia, ha già raggiunto la somma di 1 milione di euro. Una cifra pari a 5 volte quella ottenuta dalla raccolta fondi aperta dai parenti del giovane di origini nordafricane. «Un supporto alla famiglia dell’agente di polizia di Nanterre, Florian M, che ha fatto il suo lavoro e oggi deve pagarlo a caro prezzo. Sostenetelo e sostenete la polizia», si legge nella pagina aperta da Jean Messiha, ex portavoce del candidato di estrema destra alle presidenziali Éric Zemmour, dov’è possibile donare al fondo il cui obiettivo iniziale era raggiungere 50 mila euro.
Le critiche
Le donazioni arrivare sono oltre 58 mila. La più cospicua è arrivata fino a 3 mila euro, ma molte superano i mille, riporta il Guardian. La raccolta è stata fortemente osteggiata dalla nonna di Nahel, Nadia. «Quell’agente ha tolto la vita a mio nipote. Deve pagare come accadrebbe per chiunque altro. Ho fiducia nella giustizia». Posizione sostenuta dai politici della sinistra francese, che hanno chiesto di chiudere la raccolta, definendola «indecente». «Oltre un milione di euro raccolto per la polemica di un estremista di destra a favore di un agente che uccide un adolescente. Il messaggio? Uccidere i giovani arabi paga», ha twittato durissima l’europarlamentare francese Manon Aubry.
July 3, 2023
La calma a una settimana dalla morte
Nel frattempo, dopo 5 notti a ferro e fuoco, le città francesi hanno vissuto la seconda serata di calma a una settimana dall’omicidio. Ieri, il presidente Emmanuel Macron si è recato a sorpresa in una caserma della polizia a Parigi per mostrare il suo sostegno alle forze dell’ordine, ferocemente attaccate in questi giorni dai rivoltosi che le hanno trasformate nel simbolo delle difficoltà di chi vive nelle banlieue delle città del Paese, dove vivono per lo più i francesi di seconda generazione e gli stranieri, spesso emarginate e lasciate indietro rispetto ai centri bianchi e borghesi. Alla caserma Bessières, nel XVII arrondissement e al quartier generale della Brigata anticrimine, l’inquilino dell’Eliseo si è presentato senza preavviso, assieme al ministro dell’Interno Gerard Darmanin.
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