Il Consiglio regionale della Lombardia omaggia il prefetto Mori usando le parole di Benito Mussolini
Crescono le polemiche dopo la pubblicazione sui canali social del Consiglio regionale della regione Lombardia, presieduto da Federico Romani di Fratelli d’Italia, della card in memoria della morte del “prefetto di ferro” Cesare Mori. Nell’immagine pubblicata sui vari canali social, a fianco della foto del prefetto, si legge: «#5luglio #AccaddeOggi Viene ricordato con l’appellativo di ‘prefetto di ferro’ per i suoi metodi decisi contro chiunque infrangesse la legge. Nel 1942 moriva Cesare Mori, nato e cresciuto a Pavia. Tra le sue più eclatanti operazioni vi fu l’assedio di Gangi nel gennaio del 1926». Sotto al testo la firma riprodotta di Benito Mussolini, che conferì al prefetto Mori l’incarico di usare il pugno di ferro contro la mafia in Sicilia: «Vostra Eccellenza ha carta bianca, l’autorità dello Stato deve essere assolutamente, ripeto assolutamente, ristabilita in Sicilia. Se le leggi attualmente in vigore la ostacoleranno, non costituirà problema, noi faremo nuove leggi». Nel testo si fa riferimento all’assedio di Gangi, che all’epoca era considerata una roccaforte di diverse bande mafioso. Il prefetto Mori isolò Gangi, dapprima sopprimendo i collegamenti telefonici e poi facendo irruzione con 800 uomini, rastrellando il paese casa per casa. Malgrado l’intervento capillare, Mori e gli agenti non riuscirono a intercettare tutti i latitanti. Ma non solo. Secondo alcune fonti, il prefetto mise in atto una sorta di guerra psicologica nei confronti degli uomini della malavita siciliana, facendo diffondere false dicerie sul fatto che le loro mogli subivano violenza sessuale da parte dei carabinieri o usando bambini, donne e soggetti fragili come ostaggi. Insomma, un assedio non propriamente riuscito, così come l’intento di omaggiare la figura del prefetto.
July 5, 2023
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