La Santanchè assicura ai senatori: «Non sono indagata». Ma non sfodera la sola prova che lo potrebbe dimostrare
Manca una data certa nella difesa di Daniela Santanché, che in Senato ha garantito di non essere indagata, assicurando di non avere ricevuto un avviso di garanzia e che i suoi legali le hanno assicurato che non è oggetto di una inchiesta penale. Perché senza la data della richiesta alla procura di Milano – in base all’art. 335 del codice di procedura penale – non c’è alcuna prova certa che il ministro del Turismo non sia indagato ad oggi. Secondo quanto risulta a Open, infatti, quella richiesta di attestazione è stata effettivamente presentata alla procura di Milano dai legali della Santanché, ma ormai sei mesi fa. Potrebbe attestare assai poco se l’iscrizione a modello 21 del registro delle notizie di reato fosse stata segretata, come è assai probabile nella fase iniziale di una indagine che riguarda anche società e titoli quotati in borsa.
Il segreto sulla eventuale iscrizione a modello 21, però, non può durare più di tre mesi e non può essere rinnovato. Passati quei 90 giorni quindi, proprio facendo richiesta di attestazione in base all’art. 335 c.p.p., il diretto interessato può sapere anche prima dell’avviso di conclusione delle indagini (che lo attesterebbe) se risulta indagato anche senza avere ricevuto avviso di garanzia. Ed è proprio una attestazione recente che manca per potere credere senza ombra di dubbio in quel che ha detto in Senato la Santanché. Al momento lei potrebbe essere indagata e non saperlo, non avendolo chiesto nei tempi giusti.
Da settimane però i legali della Santanché hanno avuto più incontri con la procura di Milano oltre che con il tribunale civile in cui si sta cercando di scongiurare il fallimento di Visibilia srl e di altra società del gruppo. Conoscono su cosa si stanno concentrando i sospetti dei pm che hanno proceduto anche a una acquisizione formale della documentazione cartacea amministrativa nella sede di Visibilia. È innegabile che ci sia una indagine penale sulla vicenda, ed è ovvio che le scritture contabili contestate non si scrivono da sé, per cui qualche indagato agli atti deve pure esistere. Per escludere – come ha fatto la Santanché – che non sia lei l’indagata bisognerebbe produrre quella attestazione con data recente. Ma non è stato fatto, quindi al momento manca la prova contraria a quanto scritto da Domani, che assicura che la Santanché è appunto iscritta a modello 21 del registro delle notizie di reato.
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