Francia, la moglie del 27enne morto a Marsiglia accusa la polizia: «Gli hanno sparato perché stava scattando foto, ho le prove»
Non stava partecipando alle proteste, ma era in disparte a riprendere quanto stava accadendo. Ne è sicura Nour, la moglie del 27enne morto a Marsiglia la notte tra sabato e domenica 2 luglio durante le proteste per l’uccisione del Nahel. Il 17enne è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco sparato da un agente di polizia durante un posto di blocco, e nei giorni successivi tutta la Francia è stata attraversata da profonde tensioni, sfociate in manifestazioni violente. La Procura di Marsiglia ha confermato, ieri 4 luglio, di aver aperto un’indagine per la morte del 27enne, che secondo i primi accertamenti sarebbe stato colpito da un proiettile di gomma, un flash-ball, sparato dai fucili in dotazione alla polizia. Il colpo gli avrebbe provocato uno shock toracico, che lo ha ucciso. Gli inquirenti hanno ammesso che in questa prima fase devono chiarire se l’uomo stesse partecipando o meno agli scontri.
La versione di Nour
Nour, raggiunta dall’emittente radiofonica francese Rtl, esclude questa ipotesi. «Mio marito Mohamed non ha fatto niente di male. Da quando ha avuto un figlio, ha smesso di fare tutto. Non è il tipo che spacca le cose», ha ribadito con forza e dolore la donna, «non ha fatto niente, ha guardato le persone, ha fatto foto. È tutto quello che ha fatto». E ha poi puntato il dito contro la polizia: «Ho il video che prova che mio marito non ha fatto nulla, anche il pm mi ha detto che mio marito non era con i rivoltosi. Secondo me è stato il poliziotto a sparargli, lo ha visto filmare, ha sparato la flash-ball. Quando volevamo salvarlo, era già morto». Nour ha quindi espresso la sua preoccupazione per la famiglia: «Siamo sotto shock. Mi ha lasciato con un bambino piccolo e io sono incinta di un mese. Riesci a immaginare quando crescerà? Cosa gli racconterò?».
Foto di copertina: EPA/Nicolas Serve
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